vivamerlin vive

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giovedì 9 febbraio 2012

DIO DISSE ALL'ANGELO DI DIRE A TOBIA DI..

Sabato, 07 Novembre 2009

La mirabile vicenda comincia quando Tobit chiede a suo figlio Tobia di mettersi in viaggio per recuperare una consistente somma ch’egli aveva affidato al suo parente Gabelo. Tobia è figlio unico e i genitori – in particolare sua madre - sono pieni di preoccupazione per un viaggio che presenta pericoli. Il padre decide di trovare un compagno di viaggio affidabile per suo figlio e si presenta a lui l’angelo Raffaele, che appare in forma umana. I due iniziano il viaggio.
Citerò dal Libro di Tobia, La Bibbia Concordata, Antico Testamento, Vol. I :

Il giovane [Tobia] partì dunque con l’angelo e con lui uscì anche il cane che andò con loro. Camminarono tutt’e due e, sopraggiunta la notte, si fermarono presso il fiume Tigri. Il giovane scese fino al fiume Tigri per lavarsi i piedi e un grosso pesce, balzato dall’acqua, tentava di divorare il piede del giovane, il quale si mise a gridare. Ma l’angelo gli disse: “Afferra il pesce e tienilo forte”. Il giovane tenne forte il pesce e lo trasse a terra.
            Allora l’angelo gli disse: “Sventralo e prendine il fiele, il cuore e il fegato che terrai con te, gettando via gli intestini, perché il fegato, il cuore e il fegato sono utili a fare un medicamento”. Il giovane sventrò il pesce, ne estrasse il fegato, il cuore e il fiele, abbrustolì una parte del pesce per mangiarla e il resto lo conservò sotto sale.
Poi ripresero ambedue il cammino insieme finché giunsero alla Media.
            Allora il giovane interrogò l’angelo dicendo: “Fratello Azaria, qual medicamento c’è nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?”. Gli rispose: “Il cuore e il fegato del pesce bruciali davanti a un uomo o una donna oppressi da un demonio o qualche spirito maligno e si dileguerà da lui ogni invasamento e sarà liberato per sempre; il fiele poi spalmalo sugli occhi di un uomo che abbia le albugini e basta soffiare sulle albugini degli occhi che queste guariscono”
Già erano arrivati nella Media e si avvicinavano al Echabana, quando Raffaele disse al giovane: “Fratello Tobia”. E quello rispose: “Eccomi”. Allora l’angelo: “Questa notte saremo ospiti di Raguele, che è tuo parente prossimo e ha una figlia di nome Sara. Ma non ha altri figli, né maschio né femmina, oltre la sola Sara. Ora tu sei il parente più prossimo di tutti quelli cui spetta il diritto di averla e di ereditare le sostanze di suo padre. La ragazza poi è saggia, coraggiosa e molto bella, e suo padre è un uomo dabbene”.
Quindi aggiunse: “Tu hai il diritto di prenderla. Ora ascoltami, fratello, questa sera stessa parlerò al padre della ragazza, per averla come sposa per te, e quando torneremo a Raghes faremo il matrimonio. So bene che Raguele non può rifiutarla a te per darla in sposa ad un altro, incorrendo nella morte, secondo la condanna del Libro di Mosè, in quanto egli sa che spetta a te prendere sua figlia a preferenza d’ogni altro uomo. […]
Allora in risposta Tobia disse a Raffaele: “Fratello Azaria, ho sentito che ella già è stata data a sette uomini e che questi sono morti nella stanza nuziale; la notte quando stavano per accostarsi a lei, allora morivano; e ho sentito dire che era un demonio che li uccideva. Perciò io ho paura, perché, mentre il demonio a lei non fa alcun male, uccide chi vuole accostarsi a lei e io sono figlio unico di mio padre e ho paura di morire e di far scendere con dolore nella tomba la vita di mio padre e di mia madre dopo di me: non avendo infatti essi alcun altro figlio che li seppellisca”. Ma l’angelo gli disse: “Non ricordi gli avvertimenti di tuo padre, che t’ha raccomandato di prendere una moglie del casato di tuo padre? Perciò ascoltami, fratello, non darti pensiero di questo demonio e prendila pure: so che questa sera ti verrà data per moglie. Però, appena entrato nella stanza nuziale, prendi un po’ di fegato del pesce e ponili sul braciere dell’incenso [1]: si diffonderà l’odore, il demonio lo annuserà e fuggirà, non comparendo mai più intorno a lei. Ma prima di avvicinarti a lei, levatevi ambedue e pregate, chiedendo al Signore dei cieli che venga su di voi la sua misericordia e la sua salvezza. Non temere, perché essa ti era stata destinata dall’eternità; tu la salverai e verrà con te e ti assicuro che da lei tu avrei dei figli che saranno per te come fratelli: non darti pensiero”. Quando Tobia ebbe udito dalle parole di Raffaele che Sara era sua parente e che discendeva dalla cassa di suo padre, l’amò grandemente e il suo cuore si attaccò a lei.
[…]

Il racconto segue con l’arrivo a casa del parente Raguele, l’ospitalità da parte di quest’ultimo, la successiva richiesta da parte di Tobia  di sposare Sara. Raguele riconosce il diritto di Tobia a sposare Sara, e ne sarebbe felice, ma … :

“Ma ora devo rivelarti la verità, figlio mio. Io l’ho data a sette mariti dei nostri fratelli e tutti sono morti la notte stessa, quando stavano per accostarsi a lei. Ma ora, figlio mio, mangia e bevi, e il Signore provvederà per voi”.

Tobia chiede comunque il suo assenso, che viene concesso. Seguono dunque i riti matrimoniali e i festeggiamenti.
                                 
Quindi Raguele chiamò Edna, sua moglie e le disse: “Sorella. Prepara l’altra stanza e accompagnaci Sara”. Essa andò a preparare il letto nella stanza come le aveva detto e vi accompagnò la figlia. Pianse su di lei e asciugandosi le lacrime le disse: “Coraggio, figlia mia. Il Signore del cielo ti dia gioia in cambio della tua tristezza! Coraggio, figlia mia”. Quindi uscì.
         
Segue il racconto con paragrafo intitolato: Tobia e Sara.

Quando ebbero finito di mangiare e di bere, vollero andare a dormire e accompagnarono il giovane, introducendolo nella stanza.
            Allora Tobia si ricordò delle parole di Raffale, tirò fuori il fegato e il cuore dal sacco dove li teneva e li pose sulla bragia dell’incenso. L’odore del pesce si diffuse e cacciò il demone nelle regioni dell’Alto Egitto, dove corse Raffaele a incatenarlo e a immobilizzarlo all’istante. Quando tutti se ne furono usciti ed essi ebbero chiusa la porta della stanza, Tobia si levò dal letto e disse a Sara: “Sorella, alzati, preghiamo e chiediamo al Signore nostro che ci conceda  misericordia e incolumità”. Si alzò e si misero a pregare e a chiedere che concedesse loro incolumità. Egli cominciò a dire: “Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto è il tuo nome per tutti i secoli. Ti benedicano i cieli e la tua creazione per tutti i secoli. Tu hai fatto Adamo e hai fatto per lui quale aiuto e sostegno Eva, sua moglie; da ambedue è stata generata la stirpe degli uomini. Tu hai detto: "Non è bene che l’uomo stia solo, facciamogli un aiuto simile." E ora io prendo questa mia sorella non per impurità, ma secondo giustizia. Concedi misericordia a me e a lei e fa’ che possiamo invecchiare insieme”.  E tutt’e due dissero: “Amen, Amen”. Dormirono poi entrambi tutta la notte.
            Ma Raguele, alzatosi, chiamò i domestici e uscirono a scavare una tomba; diceva infatti: “Non sia mai che egli sia morto e noi siamo derisi e svergognati”. […] Mandarono una serva, accesero il lume e aprirono la porta. La serva entrò e vide che i due riposavano e dormivano insieme. Poi la serva uscì e riferì loro che egli era vivo e che non gli era accaduto niente di male.
            Allora benedissero il Dio del cielo e dissero: “Benedetto sei tu, o Dio, con ogni pura benedizione e benedetto sia tu per tutti i secoli! Tu sei benedetto perché mi hai colmato di gioia e non è avvenuto quello che temevo, ma hai agito con noi secondo la tua grande misericordia. Tu sei benedetto perché hai avuto pietà di due figli unici! Su loro, Signore, fa’ che vengano la misericordia e la salvezza e fa’ che la loro esistenza trascorra nella gioia e nella misericordia”.
 
Infine Tobia, sempre accompagnato dall’angelo, torna a casa da suo padre Tobit, che gli corre incontro vacillando, per la sua cecità. Tobia fa quanto l’angelo gli indica perché suo padre recuperi la vita. Tobia dunque spalma il fiele del pesce sugli occhi del padre. Il medicamento astringe e distacca le albugini dagli occhi di Tobit ed egli ci vede di nuovo. “Quando furono terminate le nozze”,  Tobit e Tobia decidono congiuntamente di ricompensare Azaria con la metà dei beni che ha trasportato. Essi chiamano Azaria e lo informano della loro decisione. L’angelo finalmente rivela la sua vera identità di angelo, come segue:

 Allora egli chiamò tutt’e due in disparte e disse loro:“Benedite Dio e confessatelo davanti a tutti i viventi per il bene che ha fatto con voi, benedicendo e inneggiando al suo nome. Le azioni di Dio fatele conoscere con onore a tutti gli uomini e non stancatevi mai di glorificare Dio.È bene nascondere il segreto del re, ma è grande onore svelare e confessare le opere di Dio. Fate il bene e non vi toccherà alcun male…È meglio fare elemosina che mettere in serbo oro… Coloro che commettono il peccato sono nemici di loro stessi. Voglio farvi conoscere tutta la verità e non nascondervi nulla. Io vi ho già fatto conoscere e vi ho detto: Il segreto del re è bene nasconderlo, ma è grande onore svelare le opere di Dio. … io sono stato mandato da te [Tobit] per metterti alla prova. Ma insieme, Dio mi ha mandato per guarire te e tua nuora Sara. Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che vanno e vengono davanti alla gloria del Signore”.

Fin qui la mirabile storia, a lieto fine.
[Non si può che benedire Dio e inneggiare al suo nome e confessare davanti a tutti i viventi ciò che ha fatto, svelando un modo specifico concreto ed efficace per liberarsi dal diavolo. Chi sa cosa si prova essendo colpiti dal diavolo non può che essere pieno di riconoscenza e amore verso Dio. La Bibbia sarebbe molto impoverita senza il Libro di Tobia.

Il libro di Tobia mostra ancora una volta come Dio e dunque l’angelo intervengano concretamente con dei consigli che sono questione di vita o di morte. Tobia da solo non potrebbe farcela.

Tobia  ha fiducia in ciò che l’angelo Raffaele gli ha rivelato.
Dunque Tobia non pensa che l’esistenza del diavolo sia una “cosa da pazzi” o una superstizione. E neppure pensa di essere più forte del diavolo. (Dico questo perché io stessa ho dovuto prima “scottarmi” per scoprire che non ero più forte di lui).
Tobia ha preparato le cose che gli serviranno.
Tobia sa quale sia il momento preciso in cui il diavolo agirà. Egli infatti è stato avvertito e sa che il diavolo agirà prima che lui si accosti a Sara.
Dunque un momento prima di accostarsi a lei prende il sacco, tira fuori il fegato e il cuore del pesce e lo mette a bruciare sulla bragia dell’incenso.
La bragia è già li. Altrimenti avrebbe dovuto prepararla.
Il diavolo è presente ma aspetta evidentemente il momento preciso per attaccare.
È  il momento giusto perché Tobia lo colpisca con l’odore del fegato  e del cuore di pesce che bruciano.


Nota personale.
Io ho vissuto alcune volte, e l’ho raccontato, l’esperienza di vedere il diavolo battuto dall’odore dell’olio di tigre.
Una volta ero in biblioteca e ho sentito la solita percezione del diavolo che sta sopra la mia testa.. so che mi farà sentire stanca, probabilmente può usare un potere ipnotico oppure semplicemente è l’effetto di un’azione vampirica.
Ma questa volta ho preso al volo dalla tasca l’olio di tigre, l’ho passato sulla testa e subito il diavolo è volato via.
(Potete immaginare la mia contentezza per ciò che è accaduto, visto che solitamente io, dopo l’attacco, cercavo di resistere alla sensazione di stanchezza, ma poi uscivo. Tornavo a casa a dormire. Fine.
Una volta ho trovato il diavolo, che appariva enorme, anche se appena visibile agli occhi, di fronte alla sala lettura. Non ho avuto la forza di incrociarlo. Ho girato e me ne sono andata. ora invece non farei cosi, lo attraverserei. )

Un’altra volta, che ho raccontato nel blog poco tempo fa, è successa a casa e io sentendo la solita presenza ho gettato olio di tigre su tutto il mio corpo e subito il diavolo è fuggito, anche se lanciandomi l’immagine di un’azione malevola che aveva compiuto contro la mia amica Cecilia. (Cecilia, che è molto religiosa, mi ha appeso in casa –a volte a mia insaputa- una croce dorata e altri simboli religiosi. A Cecilia piace cantare canzoni squillanti piene di fede. A volte cantiamo all’unisono).

È un fatto che ci sono odori che danno cosi fastidio al diavolo da farlo fuggire.
Il contatto con l’odore di olio di tigre –che contiene canfora e essenze varie - o l’odore dell’aglio tagliato fresco lo fa andare via.
Il diavolo può calcolare un certo numero di ore in cui l’odore si vanifica e poi ritorna. Soprattutto se dormiamo non siamo in grado di agire subito per difenderci. Dunque è importante trovare modi che conservino l’odore. Un modo che trovo utile è passare del balsamo di tigre sotto le coperte e nella parte interna degli indumenti. L’odore così non va via in fretta.

Per risparmiare denaro ho comperato prodotti cinesi venduti in negozi cinesi. Di fatto l’uso giornaliero di una simile difesa alla lunga costituisce un costo rilevante. Ogni confezione di ciascun prodotto costa 2 euro e 50 cent.
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[1]Braciere dell’incenso: i profumi e gli aromi in genere hanno valore purifivctivo e protettivo da influssi nocivi; si offrvano nei sacrifici, in cui l’olfatto aveva un ruolo notevole (“odore soave”). Ancor oggi il brcia-profumi è un oggetto caratteristico nelle cse orientali.
[Il contenuto di questa nota corrisponde alla nota 17 nel testo. Aggiungo un particolare: nell’antichità l’incenso poteva costare più dell’oro].

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