vivamerlin vive

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martedì 31 gennaio 2012

LE PAROLE CHE NON HO DETTO

Venerdì, 04 Gennaio 2008

C’è un modo con cui il diavolo mi rende partecipe del male che fa. Il fatto che io conosco il male che fa e non ne parlo.

Sono arrivata a parlare delle difese, sono arrivata a parlare delle persecuzioni subite, ma c’è una cosa che non riesco a fare fino in fondo: parlare del male che il diavolo può fare e fa ad altri.
Ogni volta che voglio scrivere, mi sento bloccata. D’altro canto sento dei pensieri terribili dentro di me:
“Perché non vivi una vita come un’altra persona qualunque, andando in giro, alle feste?
La gente non sa che tu sei seguita dal diavolo, perciò non potrai mai essere accusata di nulla.. d’altro canto non sei tu il diavolo, la colpa è sua..Hai più che fondati motivi per pensare che ci siano persone che finiscono in galera per colpe che senza il diavolo non avrebbero mai commesso –e di fatto è il diavolo che si è mosso direttamente installandosi dentro di loro e servendosi del loro corpo - e vorresti ribellarti, parlarne? Perché mai dovresti farlo, visto che ci sono persone che ti prendono in giro per molto meno, e imperverserebbero su di te?”

Ma sono miei questi pensieri? Mentre li faccio o forse li sento solo passare, mi rendo conto che cosi pensando mi metto alla stregua del diavolo, che cosi ne faccio parte.. forse è lui che mi suggerisce.. che vuole ridurmi a essere come lui…e non ci sarebbe differenza..
Al momento io non parlo col diavolo – anche se il percepire la sua presenza suscita evidentemente una reazione -, la mia vita sociale è ridotta quasi a zero ( se voglio parlare con qualcuno vado al mercato .. attacco bottone con qualcuno che non conosco, a volte…ecc. ) e sia sul lavoro, sia coi vicino di casa, sia con la mia colf Gina mette zizzania ...
Una volta parlavo con il diavolo, e a volte venivo a sapere le sue malefatte, perché ne era orgoglioso. Non c’erano altri testimoni che me.
Quando ho cominciato ad andare dalla mia analista ho avuto un testimone a parte me.
Il diavolo non voleva che la mia analista, che chiamerò Marta, potesse dubitare che lui era capace di fare dei delitti, come io raccontavo. Da un lato Junk il diavolo non voleva che io avessi un’analista, e mi fece vari scherzi per creare zizzania, per farle credere cose sbagliate di me. dovetti stare molto attenta. Non voleva che raccontassi di lui, non voleva che Marzia indagasse su di lui per altri canali. Ebbi un incubo in cui una parente della mia analista toccava l’”oceano della sofferenza”. Questa espressione era tratta da una mia poesiola di adolescente, dove dicevo cosi della vita. Nell’incubo io vedevo un volto somigliante alla mia analista che si avvicinava a uno specchio d’acqua quasi fino a toccarlo. Ne fui spaventata e avvertii Marzia del sogno. Credevo che il volto rappresentasse una sua parente –la donna dell’incubo mi sembrava più anziana di lei-, una madre, per esempio.
Tempo dopo ad apertura di seduta Marzia mi disse che una donna da lei conosciuta, non parente, e neppure una persone che frequentava, ma importante abbastanza da parlare con me della sua morte, e simile a lei per molte caratteristiche sociologiche, si era suicidata gettandosi dal balcone. Per molti elementi la donna passava una vita felice.. cosi il suicidio era inaspettato. Sospettai del diavolo, ma non c’erano elementi sufficienti. Ma il diavolo non minaccia mai invano. Questo lo so per esperienza.
Arrivò il momento che io raccontavo alla mia analista i fatti della mia vita. Per esempio le raccontai che il mio matrimonio ebbe ufficialmente fine quando, dopo un ennesimo logorante litigio serale col mio coniuge –che, come molti fanno, mi aveva detto chiaro e tondo, anni prima, di non avere bisogno di me, mentre io avevo bisogno di lui e inoltre mentre ero gravemente ammalata non era mai li, ma non sopportava affatto che io infine lo lasciassi. Il matrimonio, celebrato in Comune, era stato il frutto delle pressioni della mia famiglia - mi passò per la mente la seguente domanda: “perché non vado in cucina, prendo un coltello e gli taglio la gola?” Appena il pensiero passò nella mia testa mi resi conto che dovevo agire in fretta per lasciare la casa. Per fortuna avevo già finito gli studi e avevo anche trovato subito un lavoro. Inoltre una ragazza anche lei da poco separata, che apparteneva al mio stesso gruppo di autocoscienza (sto parlando degli anni ‘70: negli anni roventi del femminismo), quando le raccontai che cercavo casa mi aveva offerto di vivere nella sua. Aspettavo di lasciare l’Europa e mettermi tutto alle spalle…
Nella settimana dopo che io ebbi raccontato tutto ciò a Marzia si verificarono molti tagliamenti di teste.. in casa e in medio oriente, negli scenari di guerra. Tagliamenti di teste di cui non si sentiva parlare da un bel pezzo erano cominciati, improvvisi. Per un certo periodo ce ne furono molti e io sospettai che il diavolo fosse responsabile per questi fatti.
Marzia pensò che fosse casuale.
Un giorno raccontavo a Marzia del fatto che quando ero bambina ci veniva raccontata la storia di una ragazzina che mentre andava liberamente in giro veniva presa da dei banditi che le tagliavano la testa e mettevano la suddetta testa sopra un monticello cosi che fosse vista. La mia interpretazione era che probabilmente la storia serviva, come dicono anche della storia di Jack the Ripper, per fare si che noi ragazzine non ci allontanassimo troppo da casa… insomma per tenerci sotto controllo..
Comunque fosse nella settimana seguente i giornali riportarono con stupore di una donna cui era stata tagliata la testa e –questa la causa dello stupore- la testa era stata lasciata poggiata su un muretto vicino al luogo del delitto, dove era stato lasciato il corpo. Il comportamento ero stupefacente visto che i criminali cercano di non farsi scoprire..
Qui Marzia mi disse che aveva notato anche lei la coincidenza tra il mio racconto e il fatto di cronaca. Era avvenuto nei giorni subito seguenti del mio racconto. Prima che io rivedessi l’analista.
Ho raccontato solo qualche frammento: a volte e non poche vi erano coincidenza straordinarie –come quella della donna con la testa mozzata poggiata sul muretto -, e infine, dopo anni e anni il mio stato di paura continua che qualcosa succedesse.. di cui mi sentivo come colpevole ..
Ho tenuto un diario per anni, precedente alla mia analisi. Ho annotato tutto e ora mi sono ricordata e credo che dovrei ripescarlo e mettere in ordine ..
Dopo la morte violenta del diavolo – parlo di lui quando era in vita, mentre gli episodi prima raccontati si riferiscono al suo spirito maligno, dopo la morte – per esempio, morte che fu truculenta, io ragionavo che il fatto che fosse stato pugnalato più e più volte da una persona che non aveva mai fatto male a una mosca poteva significare che il diavolo era appunto cosi crudele e malvagio da spingere poi gli altri ad atti di questo tipo.. dopo che io ebbi pensato che la sua morte poteva provare che lui era una persona orrenda, sono avvenuti moltissimi delitti tutti connotati da una serie di pugnalate inferte sulla vittima e orrendi anche per il rapporto tra vittima e colpevole.. infatti le vittime non potevano avere colpa: bambini uccisi della madri… ecc. e in ogni caso una serie infinita di pugnalate.. una serie che continua.. ora ho sentito della madre che è stata accusa dal figlio in modo truculento e le persone non si pongono la minima domanda sul fatto che questi omicidi sono il frutto di un serial killer occulto che si muove di persona in persona…
Ora io mi so difendere in modo consistente anche se non perfetto.. e sento la presenza di questa presenza maligna solo qualche volta al giorno, in particolare alle feste, in cui certo per lui è divertente stare nella folla… in mezzo alla gente a combinare guai…
Volevo solo dire questo.. per non essere vigliacca, sia come sia che mi si voglia giudicare…
Spero di potere lavorare per dare una dimostrazione più consistente della mia ipotesi, rivedendo con cura il mio diario…e mettendo il relazione i posti dove i vari delitti sono avvenuti –un solo diavolo non può fare due delitti contemporaneamente in luoghi diversi -, la distanza tra di loro –la distanza per il diavolo conta, anche se poco-, la differenza di orari, le condizioni atmosferiche (vento pioggia lo indebiliscono)…
Comunque qui io voglio dire che occorre stare attenti …
Ora l’ho detto..

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