vivamerlin vive

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martedì 31 gennaio 2012

LE CIRCOSTANZE DELLA MORTE DEL DIAVOLO

Sabato, 06 Ottobre 2007

Ecco come si arrivò alla morte del diavolo Junk.Il fatto può anche essere istruttivo, visto che in qualche modo si mostra come ci sono circostanze che il diavolo, per quanto scaltro non ha previsto, che lo hanno portato alla sua fine. Tra le forze trascinanti la principale è stata quella del diavolo in persona, incapace alla fine di cambiare la direzione della propria vita..
Cominciò, se badiamo a un fatto esterno e di anni addietro rispetto alla sua morte, con la mia scoperta che lui coi suoi poteri mi manipolava per farmi stare con lui contro la mia volontà. Da questa scoperta nacque il fatto che io volevo raccontare a tutti quelli che lo conoscevano che cosa era successo. E per quanto lui, Junk, si sforzasse di tenermi sotto controllo riducendomi a un morto vivente tanto che a un certo punto ero incapace di alzarmi dal letto al mattino riuscii  a portare a segno il mio progetto.
Faccio una piccola digressione sulle mie difese al momento: nessuna. Stavo malissimo ma successe un fatto che si potrebbe dire miracoloso, in certo modo.. perché, io non sapendo a che santo votarmi, come si dice, feci la posa delle mani a doppie corna, posa che appartiene alla medicina cinese. L’avevo appresa direttamente da un medico che l’insegnava, in Francia.
Funzionò. Il diavolo che mi stava nel cuore fu espulso fuori, a quanto capii venne fuori di scatto e lo sentii chiedermi: “Ma che hai fatto?”Comunque sia fu questo il solo trucco che mi tenne in vita per 8 mesi. Ogni giorno ricorrevo a questa posa per circa 20 minuti…Fine della digressione.
Per far circolare le cose che volevo dire tesi a Junk una trappola e mi riuscì. Dovevo trovare l’occasione in cui raccontare. Junk con la sua attenzione mi controllava a distanza. La storia sarebbe lunga, ma per arrivare subito al dunque: io sapevo di un appuntamento da parte di un’amica con un amico di Junk. Sapevo per certo che il diavolo non si sarebbe perso quell’appuntamento, per motivi che sarebbe lungo raccontare. Mentre l’appuntamento era in corso, io che per puro caso ero alla biblioteca mi accorsi che ero vicina a qualcuno, una somma pettegola, cui avrei potuto raccontare i fatti di Junk e tutto quello che mi aveva fatto. Riuscii e per due ore non sentii alcuna presenza di Junk. Come prevedevo stava a controllare l’amica mia Roberta.
Io telefonai a Filumena che era a casa e m’invitò ad andarla a trovare subito e raccontai le cose e mi credette.
Poi Junk arrivò, ma era troppo tardi, troppo tardi. Ora le notizie avrebbero circolato. Circolarono.
Del periodo, i primi anni della oppressione da parte di Junk, mi ricordo che arrivò l’estate e io mi sentivo meglio.Già usavo un ventilatore perché avevo intuito che serviva. Sapevo però che non era sufficiente. Perciò sapevo che semplicemente Junk non mi colpiva. La situazione per me non era come oggi: non usavo aglio, cipolla, aceto, insettifugo, plastica, calamite con pile da nove e 12 volt e non sperimentavo come ora un tessuto di fibre di carbonio…Dunque non ero in controllo della situazione. Soffrivo fisicamente in modo inumano, ma avevo la lingua sciolta …
Comunque il diavolo in persona si prese la briga, visto che gli avevo fatto capire che avvertivo gli altri perché non facesse a un’altra donna quello che aveva combinato con me, che aveva fatto la stessa cosa con un’altra, che impazzava  per la città dicendo che Junk doveva sposarla per forza…Dunque Junk aveva fatto questo in modo eclatante per fare dispetto a me… visto che io volevo che non succedesse a nessun’altra quello che era successo a me. Ma non meno lo aveva fatto perché la ragazza, una bella ragazza di trent’anni insegnante di danza gli piaceva, infatti una volta l’avevo visto coi miei occhi illuminare cosi suoi occhi con un flusso di luce  i calzini di lei per catturare il suo interesse…
Questo errore gli costò caro, perché vedere quella poveretta in quello stato, una bella ragazza come lei girare disperata perché voleva sposare a forza un vecchio .. ora il troppo stroppia …
Per soddisfare il suo orgoglio faceva cosi… . aveva pensato di poter fare sempre tutto quello che voleva.
A  me aveva detto : “io sono in una botte di ferro”. Cioè: “Non mi vincerai mai”. Quando parlavo con la gente mi faceva dei trucchi per far credere che mentivo, era davvero bravo…
Io avevo letto che se un mago mette in opera i suoi poteri mentali con intensità può averne la mente danneggiata e non può più fare i trucchi. Ecco che chiacchieravo anche perché io non stavo bene e pensavo: “Se lo provoco e lui eccede nell’uso dei suoi poteri, ecco che i suoi poteri decadono e io sono salva. Meglio ora che dopo, poiché nel tempo io vengo a logorarmi.”
Insomma una lotta per la vita.
La cosa funzionò anche facilitata da un suo cattivo comportamento:  un trucco che fece per mettersi al di sopra dei suoi colleghi. Da quando io avevo aperto il vaso di Pandora non lo rispettavano più. Del resto, era cosi occupato a massacrare me che non aveva tempo per tenere sotto controllo tutti gli altri come prima. Si rivoltarono contro di lui e anche lo minacciarono che le lettere che avevo scritto per raccontare i fatti sarebbero state mandate al top dell’organizzazione. Non riconoscevano più la sua autorità. Poco dopo questa rivolta, forse solo un giorno dopo, lui non resse la situazione e i ammalò. Le sue stesse fattezze fisiche si deformarono. Questa parte del racconto l’ho sentita raccontare, poiché io non ero presente.
Io non mi aspettavo che sarebbe crollato cosi. Io avevo sofferto le pene dell’inferno per tre anni e quando oramai mi sentivo vicina io a una malattia molto grave  e di morire, di colpo, senza ancora che sapessi della malattia del diavolo mi sentii meglio. Dopo giorni venni a sapere. Giorni in cui ero perfino andata a un concerto in una libreria, sotto casa.  Cosa che non sarei stata in grado di fare prima perché io stavo sempre a guardare l’orologio. Sognavo sempre di dormire e non facevo nulla di sociale…ero stanca .. oltre modo..
Nel primo periodo di malattia  del diavolo stavo meglio. Poi lo curarono bene. Si riprese e continuò a martoriarmi. Ma meno di prima, epperò comunque lui era forte e io gradualmente peggioravo. Riprese coi suoi duri colpi contro di me e cosi duramente che ebbe una ricaduta. Dopo la sua ricaduta mi sentivo meglio di nuovo e meglio di quanto non mi ero sentita da quando lo avevo conosciuto –o meglio lui aveva conosciuto me, visto che io non lo conoscevo forse lo avevo sentito nominare ma nulla di più - 12 anni prima.
Dopo che ebbe la ricaduta una volta successe qualcosa che a distanza di tempo mi ha fatto pensare che Junk era ormai fuori di testa e che non voleva più vivere.
Ero ad uno spettacolo di danza con la mia amica Gertrud che era un’appassionata e la sera c’erano danze dal Rajastan e al momento più bello in cui la segaligna danzatrice faceva una ruota perfetta con la gonna plissettata rossa e oro e forse anche nera, mi apparve il viso di Junk con le lacrime che gli scorrevano ... Era a letto, la testa posata sul cuscino al lato destro. Non si vedevano difetti, era intatto. Mi diceva che se fosse stato sano avrebbe potuto essere li con me.
Io pensai che stesse diventando matto visto che quando era in vita alla fine io mi ero proprio incavolata perché era uscito con un’altra e non era sincero…visto che non mi aveva detto nulla e pretendeva che accettassi che facesse una specie di doppia vita.
Non feci caso troppo alle sue lacrime, del resto con tutto quello che mi aveva fatto non ero disposta a piangere per lui. E del resto leggi che cosa seguì…
Mentre Junk era molto ammalato io continuavo a lavorare bene, e infatti feci un bel lavoro che mandai a un convegno e fu pubblicato proprio all’inizio del volume: se Junk non fosse stato ammalato me lo avrebbe impedito.
Mi sentivo speranzosa che il peggio fosse passato. Ospitai per tre settimane Jacob e accettai volentieri di farmi ospitare da lui a casa sua nel Nord.
Preparavo i bagagli. Pensavo di stare anch’io a casa sua per tre settimane. Cosi uscii per fare le ultime compere prima della partenza e mentre nel sole del primo pomeriggio passavo in un via tranquilla ecco che sento nell’orecchio le parole : “Perché non mi uccidi?” Nella via non c’era nessuno  a parte me. Era Junk, nessuno parlava senza esserci.
Mi rivolsi a lui che pensavo presente e mi volsi come una furia, senza pietà : “Perché dovrei? Ormai sei malato…Morirai di morte naturale. Non c’è bisogno di andare in galera…”
Infatti devo dire che nel tempo l’idea di ucciderlo mi era passata per la mente. Legittima difesa.. solo che ero troppo debole… e dopo che si era ammalato speravo che tutto si risolvesse da solo …
Passai tre settimane di felice vacanza. Non so dire, forse non fu allora che portai con me uno spray di canfora da spruzzare, e Jacob mi lasciava fare.
Dopo la mia vacanza, che fu bella, tornai. Anche nei primi giorni dopo il ritorno io sentivo Junk togliermi energia dal cuore sempre alla stessa ora del pomeriggio cosa per cui rientravo a casa prima del tempo, lasciando il lavoro per manifesto vuoto energetico.
Un giorno all’ora del solito prelievo vidi che mi passava sul cuore ma prelevava quasi nulla.
La sera ero piena di energie, tanto che feci una lunga telefonata poi uscii e forse uscii anche un’altra volta…ma mentre ero al telefono me ne stavo coricata –e mi ricordo che avevo il letto di traverso in mezzo alla stanza orientato al nord cosi che al capo del letto avevo la piramide di rame, anche lei orientata al Nord : al tempo le mie difese, dopo 5 anni di ricerche comprendevano pezzi forti come  la piramide di rame e ancora le pillole costruite nei monasteri tibetani per prevenire o curare i disturbi causati da spiriti vari e maligni - sentii che Junk era in piedi a fianco a me… come una persona in piedi, ma non un’apparizione molto consistente, piuttosto un vestito bianco sporco…giusto l’idea di una presenza in piedi.. e io gli dissi: “Visto che ormai non ce la fai a tormentarmi, perché non la smetti a basta?”  Era ancora li, anche quel giorno: ma quel giorno e in quelle ore, secondo ricostruzione, lui veniva ucciso con molte coltellate al cuore con un coltello da cucina. I muri erano pieni di sangue. Junk ha urlato e urlato. Lo strazio dicono che sia durato a lungo.
Il mattino dopo, ignara della sua morte, ricevetti telefonate da due persone diverse. Una al mattino mi chiese subito: “Sai cos’è successo?” Risposi: “Junk è morto?”
La voce divenne sospettosa. La ragazza era amica di Junk e anche mia ed è sospettosa : “Come lo sai?” Io lo sapevo perché non mi aveva tormentato il giorno prima, dunque ho pensato ragionevolmente che avesse avuto un’ulteriore ricaduta, comunque non spiegai a Telma perché avevo pensato cosi. Mi ricordo che avevo degli ospiti e la telefonata fu breve.
La sera dello stesso giorno un’altra persona –la persona socievole che ama sapere i fatti di tutti di cui ho parlato prima - mi telefonò e a un certo punto sentii la parola coltello. Non avevo ancora capito che Junk era morto ammazzato.
Un poveretto, una buona persona, che non aveva mai fatto del male a nessuno lo aveva ucciso. Diceva che si era sentito dominato da Junk e che aveva pensato che l’unico modo per liberarsi di lui era ucciderlo.
Pensando all’invito che un mese prima J. aveva fatto a me di ucciderlo, credo che il tale –che fu colto dai carabinieri in flagrante e fuggiva coperto di sangue – sia stato indotto da Junk stesso a ucciderlo. Se lo avessi ucciso io sarebbe stato per Junk un vero capolavoro. Una volta in galera non avrei avuto certo la possibilità di difendermi da lui coi mezzi che ad allora già usavo, che mi permettevano di sopravvivere. Se fossi finita in galera avrebbe certo fatto in modo da farmi passare per pazza. Mi avrebbe fatto uscire pazza.
Comunque ho avuto il sospetto che segue, sulla morte del diavolo: nel Gospel di  Sri Ramakrishna –una delle letture che mi ha tenuto in vita nei momenti più bui - si parla della morte violenta (suicidio e omicidio) come una morte per la quale la persona che muore non riesce a salire in cielo ma resta sul piano terreno. Ho creduto e credo possibile che Junk si sia fatto uccidere apposta. Forse non ha immaginato che avrebbe sofferto cosi tanto al momento, ma credo che forse è entrato nel corpo dell’altro  per farsi uccidere per interposta persona.

Mentre raccontavo, e al punto "i muri imbrattati di sangue" il diavolo Junk ha battuto un colpo. Qui c’è aria di.. morte.. seria…
Junk è arrivato e non mi ha impedito di raccontare, come avrebbe potuto fare. Non so se vuole che si parli di lui.

Sui giornali non se ne parlò quasi per nulla. Si cominciava bene, in realtà. Era materiale interessante per la cronaca, capace di far vendere giornali, ma una persona bellissima andò dai giornalisti a rovesciare le scrivanie, e quelli smisero di scrivere, ma non per la scrivania.
Junk controllò perfino processo per il proprio omicidio. Probabilmente il tipo che lo uccise è passato per pazzo. Dicono che fu libero in pochi anni, cosi ho sentito. Gli scrissi in carcere per confortarlo ma non ebbi risposta.
Voglio aggiungere che venni a sapere con qualche ricerca chi era l’avvocato difensore dell’omicida, che io non conoscevo per nulla e lo incontrai e gli raccontai le cose che sapevo e gli dissi anche che si trattava di un caso di legittima difesa.

Per sei mesi dopo la morte di Junk non sentii la presenza del diavolo e mi liberai delle mie difese. Un errore madornale.
Poi, mentre cercavo di curare la mia salute che non era ancora buona, vidi una piccola luce o qualcosa del genere, percepii una presenza in fondo al letto. Ecco che capii che Junk il mostro era tornato.

Tempo dopo andai all’estero per un lunghissimo congedo pagato dal lavoro e lo ottenni subito. Ne approfittai per testare la influenza del diavolo in luoghi freddi piovosi  ventosi o lontani. Non era facile per me chiedere un congedo –visto il mio stato comunque molto prostrato - e a volte sospetto che a darmi la forza per condurre le pratiche e perfino per far approvare prontamente il mio progetto fu il diavolo cui faceva comodo che io non fossi presente al suo processo. Finora non ho potuto controllare se c’è corrispondenza tra il  processo penale contro l'uomo che lo ha ucciso e il mio congedo.


POST SCRIPTUM. Vorrei far notare due cose.Poiché ho concentrato l’attenzione sulla morte del diavolo vorrei però specificare che prima di raccontare urbi et orbi quello che avevo scoperto cercai di parlamentare con lui.
Gli chiesi, in cambio del mio silenzio, di non usare più i suoi poteri e anche di raccontare a tutti quelli che aveva danneggiato di dirgli che cosa aveva fatto loro, uno per uno. Disse che lo avrebbe fatto, ma era evidente che non poteva.
Mi sarei accontentata del primo punto, ma gli era impossibile. Senza i suoi poteri lui non era nulla.
Poi quando mi fece vedere i sorci verdi gli dissi che non avrei parlato se non mi avesse tormentato ma lui non accettò. Pensava di avermi in pugno e che mi avrebbe annientato, che sarei morta. Dopo la morte ancora mi disse: “Io sono morto e tu morirai!”

Un altro punto è capire se il diavolo si è fatto uccidere o se il fatto è stato imprevisto.
Oltre a me, un’altra persona ha pensato –indipendentemente da me- che il diavolo si fosse fatto uccidere.
Io credo che lui non sopportasse l’idea che la malattia avrebbe preso il sopravvento sulla sua ragione e non avrebbe più potuto controllare il suo mondo e neppure sé stesso.

Ho anche pensato che fosse un incidente, però. Ho pensato che fosse una risposta a quello che gli dicevo. Gli dicevo che era un vigliacco a prendersela con me. Che se avesse tormentato un uomo come aveva tormentato me, quello lo avrebbe ucciso.
Cosi penso che avesse tormentato quell’uomo per far vedere che era capace di fare a un uomo lo stesso che a me e che sarebbe riuscito a dominare anche quello totalmente. Il fatto che il diavolo era ammalato ha reso però, se cosi è, il suo controllo molto più debole..

Comunque propendo per l’idea che Junk ha organizzato il proprio omicidio, direi suicidio attraverso un altro.

La sua volontaria morte può dare un’idea sui tormenti che riusciva a produrre alle persone, a me: lui ha prodotto a sé stesso una morte orribile e dolorosa costringendo un altro a dargli la morte. Pensate a che cosa una persona del genere ha fatto a me!


NOTA Avrei dato al mio componimento sulla morte del diavolo il titolo più eclatante : "Come uccidere il vostro diavolo". In effetti ci sono elementi utili a capire come indebolire un mago nero. Tuttavia questi elementi furono imprevisti. Io non immaginavo che Junk si sarebbe ammalato a tal punto per il troppo "lavoro mentale".
in quanto a ucciderlo, una volta un uomo mi propose di far uccidere Junk da un mago di sua conoscenza. NON accettai perché non sapevo che le cose fossero cosi gravi come erano. Io ero ancora fiduciosa che con Junk si potesse ragionare. Solo col tempo capii che non era solo un uomo cattivo o un mago nero ma un vero e proprio demone.
Devo dire che a un certo punto lo avrei ucciso, per sopravvivere. Ma Ramachandran un indiano straordinario cui feci capire le mie intenzioni –peraltro impossibili da realizzare - cosa mi disse che se uno uccide un altro è responsabile del suo destino. Cioè avrei dovuto uccidere Junk se avessi poi saputo quale sarebbe stato il destino della sua anima. Io veramente non sapevo. Il ragionamento di Ram non faceva però una grinza. Cosi aspettai ancora e ancora.. e infine il diavolo si ammalò e a quel punto aspettai fiduciosa che lui stesso andasse quietamente verso il suo destino.

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