vivamerlin vive

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domenica 29 gennaio 2012

IDEE CHE OSTACOLANO LA RICERCA SUL DIAVOLI MAGHI E C.(RIVEDUTO E RIDOTTO)

Mercoledì, 09 Maggio 2007

Per tutto l’universo ascolto le parole: “va via!”
Anche il maiale sogghigna al letame: “Io disprezzo Satana”.
          Satana in Victor Hugo cit in Russell 1988 pag. 174

Materiali note riflessioni cresciute nel tempo sul tema della esistenza del diavolo e gli studiosi. Significativi passi dallo storicoJ. B. Russell Il diavolo nel mondo antico. Il diavolo nel Medioevo e Il diavolo nel mondo moderno: la percezione del male, la differenza tra il gatto e il diavolo dal punto di vista della possibilità di conoscerli obbiettivamente. Nel tempo si sviluppa un concetto del diavolo che porta a rinunciare alla difesa  e alla documentazione.
Oggi gli studiosi, per esempio i sociologi dicono di essere indifferenti al fatto che il diavolo esista o no, ma agiscono come se non ci fosse..
Eppure si può cercare di provare la sua vera esistenza, oggi più che mai, non solo osservando i cambiamenti troppo repentini, fisici e psichici dei posseduti, sia l’effetto delle difese sulle loro condizioni fisiche e psichiche.
I cacciafantasmi cercano prove documentarie. Un accenno ai contenuti del manuale "A caccia di fantasmi di Andrew Green.
                   
Leggendo:
Jeffrey B. RUSSELL 1988 Il diavolo nel mondo moderno.Tit. orig.: Mephistopheles. The devil in the modern World.
 
Russell è uno studioso serio, che espone le sue idee in modo chiaro come lenzuola bianche appese ai fili: ogni macchia si vede bene.  Il che agevola il compito critico del lettore.
    E' un'opera importante e affascinante. L'autore è interessato al problema del male. La ricerca non è fine a sè stessa:
   
Pag 3:

I  Il Male


"Il Diavolo è il simbolo più noto del male radicale. L’esistenza del male radicale è chiara per chiunque che non sia accecato dal relativismo corrente. A livello mondiale esso si esprime nella tendenza a porre il pianeta intero sotto il rischio nucleare. Con gli arsenali di armi nucleari, superiori –secondo alcune stime –settanta volte al quantitativo sufficiente a distruggere qualunque vertebrato vivente sulla terra, noi oggi caparbiamente andiamo preparando una guerra dalla quale non trarrà alcun vantaggio nessun individuo, nazione o ideologia, ma che condannerà miliardi di viventi a una morte orribile. Qual'è la forza che ci spinge giù per questo sentiero ogni giorno più pericoloso?

A chi giova la distruzione nucleare del pianeta?

Solo a quella forza che sin dall'inizio ha voluto con crudeltà e malizia senza fine la distruzione dell’universo.  Se vogliamo evitare la guerra nucleare dobbiamo affrontare lealmente e con coraggio il male radicale."

Nel corso del libro non è indicato alcun elemento protettivo rispetto al diavolo a livello popolare. Nomina l’esercismo. In un punto ho trovato l'impiego della  parola “antidoti” per indicare l'acqua santa,il segno della croce, il Padre Nostro le benedizioni ol'esorcismo.
Nel testo su : il diavolo e il medioevo Russell  riporta invece estesamente i nomi delle difese. ho citato estesamete in passsi ai riferimenti bibliografici, acommento dei testi. Molte delle difese allora impiegate sono impiegate anche ora.
Il suo scarso interesse per le protezioni pratiche presumibilmente deriva dal fatto che Russell pensa che il diavolo non può essere oggettivamente conosciuto, al di là della percezione soggettiva.
 
"Gatto             è un concetto concreto attorno al quale uomini e donne ragionevoli si sono trovati generalmente d’accordo; .. Diavolo è un concetto in parte astratto e in parte concreto: le opinioni sul Diavolo sono state differenti e, per quanto difficile è ancora possibile definire storicamente il concetto;…
In termini di storia dei concetti, quindi, il Diavolo esiste (vi è, cioè, un concetto Diavolo). “Gatto” esiste (vi è un concetto “gatto”). E tuttavia “gatto” esiste in un grado, o in un modo in cui non esiste il concetto “Diavolo”. La grande maggioranza di uomini e di donne hanno avuto esperienza diretta di un gatto, e la grande maggioranza di uomini e donne ragionevoli sono stai e sono assai fortemente concordi su ciò che un gatto è. Ma le percezioni del Diavolo sono state di solito più indirette di quella avuta da Lutero nell’episodio del calamaio. Non vi è, e non vi è mai stato, stretto accordo fra gli uomini e le donne ragionevoli su ciò che il Diavolo è. Al gatto perciò si può accedere da più sistemi di verità che non al Diavolo: vi sono più modi per “scuoiare” un gatto che modi per “scuoiare” il Diavolo. La scienza, per esempio, può indagare sui gatti, ma non può indagare sui diavoli.
Di conseguenza vi è un motivo, uno stimolo particolare per esaminare un concetto storicamente difficile come il Diavolo. Cosa sia un gatto lo si può determinare in modi diversi e più o meno soddisfacenti; ma non vi è una via che sia migliore di altre, nell’esaminare ciò che il Diavolo è. La storia dei concetti integra teologia filosofia mitologia arte letteratura e leggende popolari sul Diavolo. E’ per questo che la verità sul Diavolo ricavata dalla storia dei concetti, non è valida nei soli limiti del metodo della storia dei concetti ma li trascende. La verità sul Diavolo determinata dalla storia dei concetti è il modo migliore per accostarsi alla comprensione del Diavolo. Noi possiamo conoscere non il Diavolo in sè, ma solo le percezioni umane del diavolo. .."
                        J. B. Russell 1989 Il diavolo nel mondo antico (cfr riferimenti)
 
Egli riporta dunque in dettaglio molte testimonianze sul diavolo ..Lutero, Teresa d’Avila. Russell ha avuto, ma non è certo, esperienza del diavolo.
In un passo del diavolo nel mondo moderno si chiede “Che cosa so del diavolo?” e risponde cosi:

1. Io ho avuto esperienza diretta di una forza che avverto come malvagia, fornita di unità e finalità, che mi raggiunge dal di fuori.
2. Tale esperienza è assolutamente comune fra persone sane di mente.
3. l’esperienza può sembrare venire dal di fuori perché scaturisce dal mio inconscio, anziché essere oggettivamente fuori di me.
…                        
     Russell 1989 pag. 164.

E conclude:

Naturalmente non sono certo che il Diavolo esista e ancor meno cosa egli sia, se esiste. Con tutte le riserve opportune, nondimeno io credo nell’esistenza di una personificazione di un principio del male, lo si chiami come si vuole.
                 (ib. pag. 165)

Cito alcuni passi sul modo in cui gli scienziati del tempo esclusero di poter provare l’esistenza del diavolo.
 
"Razionalisti e liberali come Thomas Browne (1605-82)John Locke (1632-1704), Baruch de Spinoza (1632-77), Nicholas Malebranche (1638- 1714) e John Todal (1670-1722) suggerivano che religione ed etica si raggiungono propriamente non attraverso la rivelazione bensì mediante la ragione basata sull’esperienza: ciò che distingue la religione e le conferisce il suo specifico è la larghezza di vedute e la sospensione della fede. Il cristianesimo deve sottoporsi all’analisi razionale e quando non sia conforme alla ragione dev’essere respinto: e qui si include senza dubbio anche l’esistenza del diavolo.
 …
Per conciliare queste prospettive razionalistiche non mancarono gli sforzi di scienziati profondamente religiosi come Blaise Pascal( 1623-62) e Isaac Newton (1642-1727), anche se il sistema di Newton finì col minare la metafisica ancora più radicalmente di quanto non avesse fatto Locke: avendo sostituito alla logica, come base della conoscenza, l’osservazione empirica. Quando la scienza empirica, per impiantare la quale Newton ... si era tanto adoperato, accrebbe la sua influenza, si trovò un uso assai ristretto per ogni asserzione che non potesse venir sperimentalmenteverificata. In un tale sistema il diavolo era condannato."
                           pag 66
   
 
[Voglio solo dire che esiste le possibilità per il diavolo di dare le impressioni che vuole. E’ interesse del diavolo far credere che non esiste, o, se esiste, che non si può dare prova di lui. O che nno ci sono strumenti validi affatt per combatterlo.
Per esempio demoni accorti avrebbero potuto decidere, durante il Medioevo, in cui si affrontava il diavolo con lucidità, si usavano metodi di cura o difese che sono ritentui valevoli anche oggi) di dare il via a un attacco su diversi piani. Il risultato è stato la caccia alle streghe, donne, non i demoni. Dal medioevo al Rinascimento, cominciando solo alla fine del medioevo e in realtà avendo pieno sviluppo durante al Riforma ecc. di fare credere che i semplici esorcismi erano le sole cose valide per la difesa, perdendo cosi l’aiuto concreto di strumenti utili. Gli esorcisti o gli intellettuali o i cacciatori di streghe dell’epoca non si proteggevano. Essi potevano venire manipolati nei modi assai efficaci del diavolo.
Non credendo al diavolo di per sé faceva si che no si ritenesse opportuno difendersi, al cultura delle difese non poteva che scemare ed essere dimenticata.
Non so se è un caso che Russell riporta molte difese impiegate durnate il mediovo e solo l’esorcismo nel volume sul Rinascimento. ]
Comunque io direi che oggi per scuoiare il diavolo (i diavoli), cioè provare che esiste e come è esattamente, si potrebbero tentare molte cose.
Escluderei, per ridurre il diavolo a ciò che è, le percezioni del Diavolo che le persone hanno avuto nei sogni o visioni. Quello che è stato visto da svegli è certo meglio…            
            Usare tutte le difese ritenute utili: se non ci fosero ragioni alternative per trovare ragione dell’improvviso miglioramento, quseta sarebbe prova che il diavolo esiste. Se per esempio una persona fosse protata molto lontana dal posto in cui vive, magari ventosa e piovosa e si sentisse subito meglio che cosa si dovrebbe pensare?
Si potrebbe misurare lo stato delle loro energie in ogni parte del corpo, continuamente. In caso di un attacco vampirico, può cambiare moltissimo in un solo istante. Non credo che possano trovarsi altre spiegazioni che il vampirismo. Una persona vampirizzata dorme due volte quella che non lo è...
 (cfr. nei riferimenti Baker a proposito del come i medici tibetani rilevino la vessazione diabolica dall’analisi del polso  .. e non solo ..)
Penso che se tutti i possibili esami che oggi si fanno sulle persone fossero fatte sulle persone vessate qualcosa credo che salterebbe fuori. Forse i piccolissimi puntini rossi dei vampirizzati… che sono notati da esorcisti o esperti del settore (v per es Dion)
Inoltre,a differenza che nel passato, oggi si possono analizzare rumori e odori –prodotto di infestazioni- e filmarepersone vessate dal diavolo mentre dormono e da svegli, posto che siano d’accordo. Quando il diavolo le disturba possono muoversi parecchio… Questi sistemi servirebbero alla loro difesa..

 
Nota 1 sui cacciafantasmi.
     
I cacciatori di fantasmi non catturano i fantasmi, nè cercano di vedere che cosa dia loro fastidio o che cosa possa proteggere da loro le persone..
Essi si sforzano di documentare l'esistenza dei fantasmi. Cosa comunque estremamente utile.
Green nel su libro “A caccia di fantasmi. Manuale per principianti” (cfr. riferimenti) scrive a proposito delle prove della loro esistenza:


Uno dei problemi maggiori è stabilire quali siano le prove che attestino l’autenticità di un fantasma. In termini strettamente scientifici è praticamente impossibile dimostrare la nostra stessa esistenza, figuriamoci quella di uno spettro immateriale! I fantasmi non danno appuntamento a ore precise, non possono essere rinchiusi in laboratorio per essere sottoposti a esami scientifici,  e non possono essere convinti a comparire quando si voglia. Perciò i ricercatori devono limitarsi a fare riferimento a criteri specifici, e giudicare attraverso questi la presunta autenticità dei fenomeni.
                             Green pag. 14

I capitoli vertono sulla sperimentazione, sull’attrezzatura del perfetto cacciatore di fantasmi --, sul come effettuare un sopralluogo, sul come intervistare correttamente i testimoni, altre prove a conferma dei fatti, la descrizione dei fenomeni. Nel mio posto precedente faccio accenno ad alcune delle prove: le foto a raggi ultrarossi ecc.


 NOTA. I sociologi non sono interessati all'esistenza del diavolo.

Per dirla con un sociologo ( B.A.)  in conversazione privata (cui chiedo se è vero che i sociologi non credono alla esistenza del diavolo) egli sembra prima confermare ripetendo  che …”I sociologi non pensano che esiste il diavolo.. “ poi si corregge ... “No...non è che i sociologi non credono all'esistenza del diavolo. I sociologi non sono interessati all'esistenza del diavolo. Sono interessati alle conseguenze individuali e sociali della credenza nel diavolo.”
Cerco di interferire nel suo discorso con parole come ... "si il credere al diavolo può avere effetti positivi… e lui continua : “Gravissimi soprattutto..“ Calcando sul "gravissimi".
Insomma tra credere che il diavolo c’è o l’essere indifferenti alla sua esistenza pare ci sia una differenza metodologica di non poco conto. Non credere sarebbe ai loro occhi  poco rigoroso. Meglio partire dalla indifferenza. (Si vede che la scienza è “pura”…)
Di fatto scienziati e intellettuali negano la esistenza del diavolo come persona concreta, anche se non lo dicono. Infatti se ne vedessero anche solo la possibilità, terrebbero conto dei poteri nefasti che al diavolo si addebitano. Non potrebbero fare, a meno di essere pazzi, una ricerca basata sulla indifferenza, che pure studia gli effetti sociali della credenza nel diavolo.
In altre parole: se una persona che è consapevole del diavolo, come me per esempio, viene valutata senza tener conto del diavolo, ma solo sulla mia credenza, vedrebbe in me una persona che per via della sua paura ha fallito. Se invece tenesse conto che è vero che io sono perseguitata dal diavolo in mille modi e che per via della mia consapevolezza ho evitato a me e agli altri un sacco di guai potrebbe vedere in positivo la “credenza” che ho nel diavolo.
         Inoltre ritengo che la ricerca di prove verrebbe favorita se si considerasse possibile l’esistenza del diavolo. Nessuno spende soldi per cercare chi si è convinti che non c’è.
L’approccio rigoroso dovrebbe essere dunque un altro. Quello che, fino a prova contraria, prende in considerazione, quanto meno le due possibilità: che possa essere e non possa essere vero.. e tuttavia cercare di capire se ci siano prove e potenziarle.. su questo ho raccolto riflessioni e appunti su alcuni post intitolati:Wanted. Come fare ricerca sul diavolo.
Dal porre come possibile la presenza del diavolo discenderebbe una conseguenza: gli studiosi stessi potrebbero tener conto che può agire sulle loro menti, se mai scrivessero qualcosa di rilevante sul diavolo: sul suo potere, sulla sua immagine.
Il diavolo assume un valore positivo in molte opere letterarie... -
Che avrebbe scritto J. Milton se il diavolo lo avesse torturato per anni?
Che avrebbe scritto se fosse statao protetto da ogni interferenza del diavolo? Non lo sapremo mai.
Satana potrebbe dimostrare quello che fa, darne tutte le prove. Ma non le da perché sa quello che “anche il maiale” pensa. Egli fa vedere solo quello che vuole.  Una sua frase è“gli ho fatto vedere solo quello che ho voluto”. Il che significa che quello che ha voluto non è “solo la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità.”


POST SCRIPTUM: Per concludere direi che mettere sottochiave il diavolo sarebbe fondamentale per ridurre il male nel mondo. Se si scoprisse che cosa il diavolo riesce a fare si potrebbe prendere sul serio le difese. Per esempio ognuno di noi dovrebbe non solo dimostrare di non aver guidato in stato di ebbezza, ma anche di aver preso cura di essere difeso dal diavolo.
Oggi il diavolo agisce e le sue responsabilità non sono riconosciute. Non c’è certezza del diritto. Egli evita la condanna pur essendo colpevole. Un altro  che ha compiuto un reato per pesante influenza del diavolo paga il conto alla giustizia al suo posto. [Credo che questo sia proprio possibile...ne parlerò più a lungo altrove]. Non è giusto finire in manicomio o in carcere per errori che senza il diavolo non si sarebbero commessi.
Penso che molti crimini, anche molti di quelli spinti dal diavolo, che è un gran provocatore, si eviterebbero se le persone fossero educate all’autocontrollo, a gestire i loro sentimenti. (Seguire un insegnamento spirituale è la via migliore che conosco per raggiungere un certo distacco e self control. Distacco e auto-controlo, ma senza repressione). Ma, oltre a questo, credo che sapersi difendere concretamente dal diavolo sia più che necessario.
postato da: vivamerlin alle ore 09:57 | Permalink | commenti (2)

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