vivamerlin vive

vivamerlin vive

martedì 31 gennaio 2012

FILMARE IL DIAVOLO È UN FORMIDABILE METODO PROTETTIVO.

Martedì, 13 Ottobre 2009

Questo è un invito a fotografare e registrare il diavolo, a documentare in ogni forma la sua realtà e i suoi effetti su di noi.

Tu confidavi nella tua malizia e dicevi: “Tanto nessuno mi vede”.
       (Isaia 47,9-10.12-15).


I metodi degli acchiappa fantasmi o del CICAP [Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale] e simili potrebbero aiutarci a difenderci dal diavolo? Io lo sostengo senz’altro. E cercherò anche io di appropriarmi di questi metodi utili a mettere insieme prove.

Un potere chiave, per il diavolo, lo spirito maligno, il mago che esce fuori dal corpo, è l’invisibilità. L’INVISIBILITÀ ASSICURA IMMUNITÀ.
L’ “anello del potere” è un anello che rende invisibilità a chi lo porta. Per questo nessuno, neppure Frodo, l’eroe puro designato per buttare l’anello nella fucina del diavolo, da cui ha avuto origine l’anello, vuole farlo. Sarà necessario l’intervento del fedele servo Sam, che, a costo di tagliare il dito a Frodo, getta nella fucina l’anello maledetto.
Ciò che è documentato in primo luogo prova a noi stessi che non abbiamo le allucinazioni, che ciò che abbiamo udito e visto è realtà, posto che avessimo dei dubbi.  Inoltre la documentazione che abbiamo può essere mostrata ad altri.
Non è sufficiente questo per incastrare il diavolo, poiché ci sono “tanti diavoli in giro”,  come mi diceva il diavolo Junk stesso, quando gli chiedevo se mi era apparso in casa. pretendeva che io immaginassi un altro che appariva prendendo la sua apparenza.
In effetti sapeva bene, da diavolo che è, come uno spirito può prendere tante forme.
Tuttavia sono certa che se avesse minimamente saputo che io avrei fotografato quell’immagine, non sarebbe apparso. Io in effetti non avevo preparato niente.
Ho poi registrato i rumori con cui poi cercava di disturbarmi, e ho cercato di conservare un piumone che ritenevo pieno del suo odore corporeo, poiché mi infastidiva mentre dormivo dentro il suddetto piumone, secondo me standoci dentro.
Nel Medioevo ritenevano che un colpo inferto su un fantasma risultava come vera ferita sul corpo della strega o stregone cui il fantasma apparteneva. E questo era elemento di un processo.
Ho parlato di queste cose già prima.
Appena io ho registrato i suoi rumori, ha smesso di farli. Ha avuto paura, poiché comunque la sua difesa nei miei confronti, che io fossi pazza o in mala fede dicendo le cose che sapevo di lui, sarebbero cadute. Probabilmente lui sapeva più di me che il genere di rumori che fa un diavolo erano diversi da quelli che io avrei potuto fare o che normalmente si sentivano nella mia stanza. Qualche volta li fece, ma lievissimi: probabilmente sapeva che erano troppo lievi perché il registratore che io usavo li registrasse. Invece, quando era sicuro che io non potessi registrarlo,  lontana da casa senza registratore, arrivai a contare anche 250 colpi molto forti. (Mi capitò due volte. Una volta, sia io che la ragazza dellacamera a fianco – eravamo in un Hotel – andammo a protestare alla reception per i rumori forti che provenivano dal calorifero del bagno. Era il periodo immediatamente dopo la morte di Junk e io non sospettai che potesse essere lui. Cosi andai anche io convinta che ci fosse un problema col calorifero. Gli operai arrivarono e ripararono i caloriferi e di fatto i rumori cessarono. Ma qualche giorno dopo sentii senza ombra di dubbio la presenza di Junk vicino al mio letto. Cosi ora non so bene che cosa gli operai effettivamente ripararono).
Ho ripreso questo argomento dopo aver sfogliato il seguente libro:

GIOACHINO ANASTASI
2001, La catena magica. Soprannaturale, spiritismo, possessione diabolica.
Torino, Ananke S.r.l., pagg.: 1-143

Alle pagine 51 – 53 ho trovato quanto segue:

Eravamo nel 1965 e io facevo parte di un Centro Studi, a Torino, che si occupava di fenomenologie strane del quale facevano parte fior di laureati nelle più diverse branche dello scibile, una specie di CICAP (il centro fondato da Piero Angela) in sedicesimo ed io potevo cosi, ad ogni riunione, tentare d’imparare qualcosa.
            Una sera venne a trovarci una coppia di coniugi, di basso livello culturale, che abitava in Torino, in una casa popolare, una di quelle case col ballatoio in comune che terminava con un gabinetto, in comune anch’esso, per due famiglie. La coppia abitava l’appartamento in fondo al ballatoio al confine col gabinetto.
            Orbene, dal racconto della donna, pareva che più volte, nel giro di pochi giorni, avesse visto entrare un uomo alto, vestito di nero, con il cappello in testa ed una valigetta diplomatica in mano. La prima volta aveva pensato che si trattasse di qualcuno in visita ai suoi vicini, colto da improvvisa necessità fisiologica, anche se le era parso strano che una persona andasse in un certo posto col cappello in testa e la borsa in mano. Ma quando, dopo pochi minuti, nello stesso bagno aveva visto entrare un altro uomo ed un altro ancora, entrambi con le stesse caratteristiche, borsa compresa, del primo che peraltro non aveva visto uscire, preoccupata era corsa dai vicini raccontando il fatto.
            Il marito della sua vicina, un uomo grande e grosso, era allora andato a bussare alla porta del gabinetto incriminato. Nessuna risposta; anzi, come aveva toccato la maniglia la porta si era aperta rivelando l’interno: vuoto.
            Naturalmente i vicini dissero che la donna si era sbagliata e di fronte all’evidenza dei fatti lei stessa ammise che forse, sì, si era sbagliata. Ma quando l’episodio si era ripetuto il giorno dopo e il giorno dopo ancora ma in senso contrario e cioè dal bagno la ballatoio, allora si era spaventata. I vicini cominciavano a darle della visionaria ed il marito era seriamente preoccupato dello stato mentale della poveretta.
            Un neurologo, stabilito che la donna no era soggetta all’etilismo o all’uso di droghe, le aveva prescritto qualche tranquillante.
            Tutto fu inutile perché gli episodi si ripeterono altre due volte e senz’altra testimone se non la donna. Il marito era disperato e quando da un amico seppe dell’esistenza del nostro Centro, decise che forse era l’ultima spiaggia, anche perché aveva constatato l’inutilità dei tranquillanti prescritti  dal medico.
            Qualcuno tra i più fanatici fra noi disse subito: “Quel gabinetto sul balcone è sicuramente la porta per un’altra dimensione!” Nel Centro non eravamo “completamente” matti, anche se per tali ci prendevano perché credevamo negli UFO e così venne deciso l’intervento di un’équipe di ricercatori, armata di cineprese, registratori e macchine fotografiche, oltre a fotocellule ed altre diavolerie elettroniche d’avanguardia (per l’epoca!) che vennero piazzate strategicamente sia in casa della donna che nel gabinetto (dopo di aver chiesto agli altri inquilini del piano di evitare, per quel giorno, di utilizzare quel servizio senza preavviso). I motivi erano evidenti, data la presenza degli strumenti di registrazione e le macchine fotografiche. I risultati furono negativi perché le macchine non registrarono alcunché di anomalo, tuttavia i fenomeni cessarono e da quel giorno, combinazione, più nessun uomo in nero fu visto dalla donna. Avevamo terrorizzato gli alieni, se di alieni si trattava? Scherzi a parte, da allora mi è capitato di ascoltare racconti analoghi sia al Nord che al Sud, in Piemonte come in Sicilia o nel Veneto.
                                               da GIOACHINO ANASTASI 2001

La mia ipotesi è che il fantasma non si è fatto vivo poiché non gli andava di essere fotografato.
(I motivi per apparire prima potevano essere tanti. Se il diavolo fosse stato Junk sarebbe bastato che la signora in questione avesse pensato male di lui, per volerla danneggiare facendole paura… Oppure qualcuno poteva volere che la donna abbandonasse la casa… Oppure solo al fine di sapere: “Se faccio questo, che succederà?” Oppure…. qualunque cosa ..)
I maghi hanno tutto l’interesse a passare inosservati. Infatti, cosi come per i comuni criminali, tutto va bene fino a che non ci sono prove contro di loro.

Io sono certa che se in casa mia apportassi un sistema per riprendere il diavolo, lui si guarderebbe bene dal farsi vivo.

Credo anche che il CICAP non riesca a provare nulla poiché il diavolo non si fa vedere quando i loro strumenti sono in azione.
Come ha scritto qualcuno famoso, IL DIAVOLO HA TUTTO L’INTERESSE A CHE SI PENSI CHE NON ESISTE!  Forse per questo il CICAP non trova mai prove.
Credo che le prove si troverebbero se il diavolo non avesse idea che qualcuno lo sta fotografando, dunque dovrebbe agire d’astuzia.
Non è facile “prendere in castagna” il diavolo, poiché legge i pensieri nascosti, visto che si inserisce nella mente delle persone e ascolta i loro pensieri proprio come se fossero i propri.
Io sono riuscita a registrare i rumori su un walkman solo perché il diavolo credeva che la cassetta, che durava mezz’ora, fosse finita. Invece mancavano alcuni minuti alla fine, e fu in questi minuti che il nastro restò inciso con i suoi rumori ritmici che parevano gocce che cadono: davano fastidio. Ho fatto ascoltare il nastro e il senso della cosa era comprensibile: egli voleva disturbarmi.

Da notare che, come in questo caso, il diavolo non è perfetto, si distrae, trova sempre mille “divertimenti” infami che lo interessano, e crede di essere insuperabile. Tutte debolezze di cui si può approfittare.

In ogni caso installare sistemi che rendano documentabile il diavolo rende comunque un servizio alla persona tormentata. Il diavolo o spirito  (in particolare se lo spirito di un vivo, di una persona capace di sdoppiarsi) probabilmente non si farà più vivo. Soprattutto se è persona conosciuta dalla persona vessata.
In ogni caso la persona vessata, che ora non ha modo di essere creduta lo sarebbe. E questo è già un immenso vantaggio rispetto al presente. Non essere riconosciuti, essere presi per persone stravaganti e fantasiose se non per addirittura per matti, naturalmente aggiunge danno al danno.

(Anche, io credo che sarebbe bello documentare sempre i propri cambiamenti nel proprio stato fisico e i segni di ciò che il diavolo fa. I segni delle sue punture, del dolore che produce, del vampirismo su ogni parte del corpo, della stanchezza .. io credo che siano notevoli e possano essere rilevate e confrontate. Per esempio i cambiamenti sia psichici che fisici che si hanno usando  non usando delle protezioni come quelle che uso io. È tutto un lavoro che io stessa non faccio, ma che credo molto utile ai fini di documentazione. Per esempio, una volta in cui ho pensato: prima di partire per la Patagonia voglio fare analisi precise di ogni tipo, cosi che dopo si potrà vedere come il mio miglioramento è fin troppo eccezionale tenendo conto che io ho solo cambiato continente e da un clima più caldo sono andata in uno molto più freddo e ventilato. – È noto che il freddo e il vento ostacolano e perfino arrivano a impedire l’azione di un fantasma -.  Di colpo, nei giorni seguenti, in cui Junk si aspettava che io andassi dal medico, ha smesso di tormentarmi. Fino a che ha capito che io non lo avrei fatto. Allora ha ripreso coi soliti tormenti. Anche qui, non voleva che si notasse nulla di anomalo nel mio stato. Non vuole che della sua attività malefica nulla trapeli all’esterno. E credo che conti anche il fatto che conosco la sua identità).


Anche a questo proposito si può creare un’omertà simile a quella che si sviluppa nei confronti dei potenti o dei criminali. Le persone fingono di non crederci o non vogliono dare una mano a fare luce perché se il diavolo esistesse davvero si temerebbero contraccolpi personali.
Una volta ho chiesto a un’amica che fa il medico se mi avrebbe aiutato a trovare prove relative al diavolo mi ha risposto: “Vuoi che mi rovini la carriera?”. (Evidentemente non sarebbe popolare tra i medici se dicesse che si occupa di cose del genere -. ) Le chiesi una lista di esami clinici che potessero essere utili a mettere a fuoco la situazione fisica relativa a me e il genere di disturbi che sono conseguenza della vessazione del diavolo – non si tratta nel mio caso di quegli stati limite cui certo arriverei anche io se non mi proteggessi, che sono descritti in casi di possessione – e mi ha compilato una pila di esami in una calligrafia che io non sono riuscita a leggere. Sarà un caso… certo ha una gran brutta calligrafia.

La persona vessata dal diavolo potrebbe difendersi molto di più se fosse aiutata da altri.
Io a lungo ho cercato espedienti, ogni cosa possibile per evitare i tormenti fisici. Ora la mia situazione fisica è molto migliorata, anche se è comunque tutt’altro che idilliaca.
Per esempio anche in questo momento il diavolo è qui, che picchietta lievemente, che ascolta, a un metro e mezzo circa di distanza.

Nessun commento:

Posta un commento