vivamerlin vive

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martedì 31 gennaio 2012

DIARIO. INCONFESSABILI POSSESSIONI

Martedì, 18 Agosto 2009

Possessioni inconfessabili per il diavolo e per la sua vittima. Minacce del diavolo.
Al momento sono stanca. Cosi stanca che il massimo che vorrei veramente fare è leggere senza troppo impegno il primo volume di Lynn Thorndike A HISTORY OF MAGIC AND EXPERIMENTAL SCIENCEDURING THE FIRST THIRTEEN CENTURIES OF OUR  ERA.
Appena mi sono messa a scrivere qui, ho sentito battere. Non un buon segno. In effetti il fatto stesso che mi sento sfinita forse ha una qualche relazione con la natura del diavolo: “vampirizzo, dunque sono”.
Volevo scrivere vari post, poiché ho alcuni argomenti centrali di cui parlare. Dopo, credo che mi metterò a correggere il mio diario che sta nel computer, scritto a partire dal momento in cui ho preso coscienza del fatto che avevo a che fare con un “diavolo vero”, un mago o demone incarnato (In questi giorni ho visto per la prima volta il film L’arcidiavolo, nel quale Belzebù, per far scatenare una guerra manda sulla terra, in forma umana, un diavolo. Insomma si parla di un diavolo incarnato. Il film non manca di grazia. Starring Vittorio Gassman).
            Tra i vari post di cui volevo scrivere stava una Lettera aperta al diavolo in cui gli dimostravo la sua assoluta mancanza di logica, la sua pazzia. Per la dimostrazione gli ricordavo cose da lui fatte che mi aveva detto o a volte solo accennato. Lui mi aveva raccontato una storia relativa a una relazione con una bambina. Il nostro “eroe” raccontava in giro, come fosse normale, di avere avuto, all’età di quarant’anni, una relazione con una ragazza di tredici anni. Al mio stupore lui aggiunse che lei era una “matura”. (Disse cosi). Poi aggiungeva frasi misteriose, accennava al fatto che “per anni” fosse andato al mare con i genitori della ragazza, ignari di ciò che il loro amico stesse operando occultamente. (La polizia di fatto ebbe modo, in una occasione, di trovargli in casa foto compromettenti in questo senso. Foto di bambine di nove - dieci anni di genere pornografico. )

A questo punto faccio una digressione. Una volta, circa un mese prima che io capissi veramente con chi avevo a che fare e smettessi per sempre di vederlo, almeno in corpo fisico, perché per il resto continuò a tormentarmi, fece a me uno tiro orribile. Io, per essere confortata, poiché avevo rotto col diavolo che era ancora il mio fidanzato, avevo preso il treno per il “Salento”, dove abitava un’amica che avevo conosciuto seguendo dei ritiri spirituali guidati da un Llama tibetano. Non ero mai andata a trovarla, mentre lei era stata ospitata da me più di una volta. "Maria" aveva una bambina di otto anni. Una bambina un po’ grassoccia (anche io ero cosi, da bambina), con un viso molto bello, socievole e affettuosa. In quell’occasione Junk aveva cercato di manipolare me per abusare sessualmente la bambina, "Dora". Non gli riuscì proprio per nulla, ma io ne fui talmente scossa che il mio comportamento verso la bambina, come una forma di autodifesa, divenne un poco freddo. Ero preoccupata e non vedevo l’ora che i suoi genitori tornassero. Secondo la mia ricostruzione dei fatti, Junk si era addirittura dato da fare perché sia il padre che la madre abbandonassero con me la bambina per più di un giorno, senza che io lo avessi affatto voluto. Io volevo che la mia amica restasse con me. Aveva una grande energia ed era molto allegra. Invece  dopo due giorni mi disse che voleva andare a Roma a trovare un uomo che le piaceva. Mi disse che era sicura che sarei stata felice di fare la madre e inoltre mi promise di tornare la mattina dopo. Inoltre mi disse che di fatto avrei dovuto tenere la bambina solo per mezza giornata, poiché il padre di Dora l’avrebbe portata con sé fino a dopo pranzo. Il padre della bambina non mi conosceva affatto, e fui sorpresa quando mi vidi recapitare la bambina prima di pranzo.
Ero un poco delusa del fatto che Maria, l’amica mia, mi lasciasse, ma non mi dispiaceva occuparmi della bambina. Era socievole, fiduciosa negli altri e mi ricordo una cosa molto curiosa che non avevo mai visto in altri bambini: era lei a raccontare le storie a me, non io a lei. Arrivava col suo libro di fiabe e mi chiedeva se volevo sentire questa o quella e la leggeva a me. Comunque questo orribile tentativo del diavolo di abusare una bambina per interposta persona, e si badi bene, attraverso me con cui Junk al momento aveva una relazione e contava di riportarmi all’ovile: non è strano, stranissimo? In questo momento non ho intenzione di raccontare i modi con cui Junk cercò di indurmi a questa cosa. Voglio solo sottolineare che il tentativo del diavolo Junk fu fatto nel primo dopopranzo, ora in cui lui stava sdraiato a letto, durante la sua abituale siesta. Il che significa che in quel momento non aveva alibi. Era libero di uscire fuori del corpo e portare a termine questa porcheria. Voglio anche aggiungere una cosa importante. Junk suggeriva a me, in quel frangente, che il meglio del meglio sono le relazioni sessuali coi bambini. Appariva convincente. Gli posi una obiezione soltanto, mentre guardavo la bambina che, rendendosi conto che non la stavo ad ascoltare aveva smesso di raccontarmi qualcosa ed era scesa dalle mie ginocchia, dove era salita per raccontarmi qualcosa. Mi chiedeva se poteva andare dai bambini del vicinato a giocare. Aggiungeva che la madre le permetteva di farlo. Guardandola in quel momento obbiettai mentalmente al diavolo: “Si si, ma che cosa ha a che fare la bambina con questo? La bambina ha il suo mondo.” Il diavolo non rispose nulla, nulla. L’idea di tener conto di quello che un altro voleva non gli veniva neppure in mente.  Risposi a Dora che avrei fatto ciò che la madre mi aveva detto: seguirla con lo sguardo fino a che i vicini non le avessero aperto la porta. Cosi andò, e quando ritornò le preparai per cena un piatto di spaghetti. Mentre lei giocava e il diavolo finiti i suoi giochetti dell’ora della siesta andava a lavorare, io passeggiavo avanti e indietro molto preoccupata per quella cosa. Non avevo mai avuto una esperienza del genere e pensavo di non potermi fidare di me stessa. Il fatto stesso che io avessi pensato una cosa del genere era orribile per me. Non riuscivo a essere più spontanea con Dora, pensavo di dover avere paura di me. La sera Dora fece una scena di pianto perché voleva dormire nel mio lettone e io non volevo. Diceva che dormiva sempre con la madre, che non voleva dormire sola. Io, se non fosse successo quell’orribile episodio, non le avrei detto di no. Invece le dissi che io non riuscivo a dormire se c’era qualcuno vicino, insomma avevo tirato fuori una scusa. Tuttavia quei pensieri strani, che io credevo fossero farina del mio sacco, mi allarmavano. Non mi sentivo più sicura di me, temevo che il mio corpo facesse cose sbagliate a mia insaputa. Maledetto diavolo!
La mattina dopo aspettai che fosse un’ora minimamente ragionevole per telefonare, ma credo verso le sette, presi il telefono per sincerarmi che Maria fosse partita o partisse subito per tornare. Non rispose, il che mi fece sperare che fosse già partita.
Con Dora e i suoi tre amichetti del vicinato scendemmo verso il mare lungo una strada impervia a un poco stretta e proprio mentre eravamo sulla spiaggia, tra panini imbottiti e piccolissimi pesci morti che galleggiavano sull’acqua, Maria arrivò, mai cosi desiderata. Partii subito per tornare a casa, e il giorno dopo trovai un volo per l’India e li scoprii che l’uomo cui avevo chiesto ingenuamente, due anni prima, di fidanzarsi con me, non aveva fatto altro che convincermi di essere innamorata di lui con metodi occulti .. tra cui la possessione. Fine della digressione.

Riprendo il filo del discorso precedente, in cui parlavo del come Junk parlasse di una bambina con cui aveva avuto una “relazione”, senza fare cenno ai metodi che impiegava per farla “interessare”.
A me disse anche una cosa, cioè che la bambina, nel sedile di dietro, lo toccava- “Era lei che toccava me”, mi disse precisamente. “E perché?” gli domandai [ogni poche parole il diavolo batte ]  e lui: “Così” mi rispose. Il “così” significa “senza motivo”, e lascia il discorso a metà, cioè il diavolo non può dire il motivo per cui lei lo toccava: perché lui attraverso la possessione la portava a toccarlo. Ovvero, per meglio dire, lui toccava sé stesso muovendo il corpo di lei. Spesso, quando Junk avrebbe dovuto parlare dei suoi poteri diventava molto vago, le frasi si interrompevano. A distanza di tempo, conoscendolo bene, ho una buona possibilità di intuire che cosa in certe frasi a metà si poteva nascondere.
Un uomo che fa tutto questo è forse normale? Sano di mente? Egli non accennava mai al contributo che avevano in queste relazioni le sue azioni occulte. Parlava delle vicende come se la realtà fosse quella che lui raccontava.
Attraverso la possessione faceva sentire agli altri quello che lui voleva, e gli altri pensavano di sé quello che lui voleva. Dunque raccontava i fatti come fossero spontanei. Per esempio se lui aveva un interesse a una bambina, entrava nel corpo della madre per farle credere di essere attratta da lui, Junk.
Dunque raccontava queste cose a me. Mi raccontava che la madre di Rose voleva che lui avesse una relazione con la sua bambina Rose, poiché lei, la madre di Rose, lo voleva.
Junk odia il fatto che io metta a nudo questo fatto: che la madre non lo voleva, mentre lui un uomo contorto, amava immaginare che lo volesse, e si creava la “realtà” che voleva.
Il diavolo batte di nuovo. Che vuole?
L’altra volta, all’idea che io mettessi a nudo le sue contorsioni mentali e come parlasse di cose che non esistevano come vere (cioè non c’era nessuno che desiderasse toccarlo), mi ha minacciato con un sogno orribile in cui alla fine la povera gallina, dopo aver passato lunghe torture – che per fortuna ho dimenticato- finiva uccisa e dissanguata.. Ometto i particolari ma la sintesi era: “Ti ucciderò come una gallina”. Avendolo io preso in giro perché perde tempo a elaborare torture o altre magie sempre più varie e stupefacenti, in seguito, quando ha avuto di nuovo l’impulso di minacciarmi si è limitato a un’immagine: quella di una persona qualunque che mi spara alla schiena.
Junk mi ha anche parlato di una ballerina sua amante che aveva tentato il suicidio quando lui, Junk, le aveva detto che era innamorato di una bambina di tredici. Mentre lo raccontava Junk aveva in viso una espressione di grande felicità. Era felice del tentativo di suicidio di lei.  (Si sentiva amato. Si sentiva orgoglioso del successo dei suoi poteri, di quanto era bravo. Non gli passava per la testa che l’idea di un uomo di quarant’anni che se la fa con una bambina fa diventare depressi forte! La ballerina aveva un marito e un fidanzato, oltre a Junk. Le donne sposate o fidanzate con altri erano solitamente interessanti per il diavolo: mostrare a degli uomini che le loro donne preferivano lui era una cosa che lo doveva eccitare molto ).
Comunque la cosa per cui io dicevo che Junk era pazzo era un fatto: Rose prima che raggiungesse i 18 anni, secondo il racconto di Junk, si innamorò di un altro, un ragazzo giovane. Junk disse a me che dopo quel tradimento lui decise di “vendicarsi di tutte le donne.” Finì cosi e con il tono di chi non ha mai cambiato idea e che non considera alcuna eccezione. In effetti io sono arrivata a vedere che le cose atroci che ha fatto a me le ha fatte con altre, anche quelle che lui diceva di amare. Per esempio Junk poteva far violentare una donna da un suo amante costringendo quello a fare cose che l’altra non desidera .. quando e come l’altra non desidera… costretti entrambi tuttavia a fare cose che non avrebbero fatto se non sotto possessione diabolica…con l’effetto tuttavia di incrinare per sempre una relazione, poiché le persone coinvolte non si accorgono di ciò che è veramente successo… e anche se lo sapessero in amore è difficile dimenticare gli abusi.
Con Sonia, di cui in faccia mi diceva che l’amava tantissimo e in ombra (apparizioni) mi diceva che lei lo “ricattava”, fu la donna cui rovinò la carriera facendola scivolare sul pavimento e arrivare in ritardo e sbagliare i passi, fu la donna nel cui letto, occultamente entrò per anni facendo si che i suoi uomini le dicessero che era brutta e la umiliassero cosi tanto che lei veniva talmente mal ridotta che poi Junk poteva proporsi per "raccoglierla col cucchiaino". So questo interpretando secondo scienza e coscienza. Lui mi disse che gli uomini la umiliavano cosi tanto che poi lui, Junk “dovevo raccoglierla col cucchiaino”.
Una volta Sonia ha raccontato in famiglia, quando era adolescente, che Junk cercava di “farle piedino o qualcosa del genere” e lei diceva: “Uff!” (Ahi! Junk era capace di uccidere per un gesto di insofferenza, per un pensiero, ma anche per nulla … e per sempre …)
(Un volta dissi a Junk il mio parere sulla vendetta, non ricordo a che proposito. È un massima che ho coniato io, da quando ero molto giovane: “La vendetta è un perdita di tempo!”. Infatti chi vuole vendicarsi si arrovella e angustia … mentre potrebbe impiegare il suo tempo a fare cose che rendono felici. Il diavolo mi rispose, facendo di si alla vendetta, più e più volte annuendo con la testa e dicendo semplicemente: “No, no, la vendetta…”.
Junk diceva – questo me l’ha detto una donna che gli voleva bene a nome "Eleonora" e  lui ha ricambiato questo affetto in modo come solo un demonio può fare, ma occultamente  - che a volte passava tutta la notte a pensare a come vendicarsi di qualcuno, ma poi al mattino non ci pensava più. Fin qui quanto lui fece capire a Eleonora, che lo riportò a me. Ma la vera realtà è che Junk passava la notte con lo spirito fuori del corpo: lo faceva andare dove voleva e da chi voleva e poteva torturare chiunque per ore. Questo lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. )

Junk batte, ma che c’è da battere? Stanotte avrò una nuova versione del come mi farà passare a miglior vita?
A questo punto, sia come sia, credo si possa chiudere qui.
Junk ha raccontava la favola dello scorpione e della tartaruga che si è fidata di lui ma doveva capire che quella è la sua natura. Lo scorpione è fatto per pungere e non si può chiedere di più.
Cosi Junk si giustifica.
Però Junk parla anche molto del romanzo “Il profumo”. Un uomo che le ragazzine fuggono, e del resto chi lo avvicinerebbe, sporchissimo come è e non intenzionato a lavarsi. Insomma l’uomo prende il profumo della fanciulle e ne estrae un profumo che si ottiene dalla loro morte.
Mi ha detto però, Junk il pazzo, dopo la sua morte, che semplicemente lui fin da piccolo amava fare il male.
Ci teneva a dirmelo. Lui segue la sua natura.
E nella sua natura è anche però fingere di essere buono, di pentirsi.
Ecco, ora mi ricordo. È stato quando io ho detto a Junk che lui ha un solo modo di dimostrare il suo pentimento. Un unico modo con cui i maghi e i demoni possono dimostrare di pentirsi. E cioè rivelare completamente come ci si possa difendere completamente dai loro poteri. Che cosa li renderebbe impotenti.
Questa sarebbe la prova del fuoco. La prova di vera buona volontà. Ma è stato allora che mi ha fatto sognare come lui possa farmi sparare da chi vuole, dove vuole, quando io meno me lo aspetto. Un colpo solo alla schiena.
Comunque sono sempre pronta ad ascoltare questa confessione di Junk.

Gli ho detto mille volte che gli converrebbe …


Post scriptum. Ho dimenticato di raccontare un episodio di possessione particolarmente penoso. In un pomeriggio di gruppo riuscì, in apparenza, a non darmi alcuna importanza e allo stesso tempo, con trucchi occulti, a farmi credere che smaniavo di desiderio per lui. E mi sottoponeva alla umiliazione di farmi notare che lui se ne accorgeva, illuminandomi mentre passava con un fascio di luce che usciva da lui. Comunicava senza parole che lui sapeva. Che vergogna ho provato! E non il più piccolo sospetto che quell’uomo stesse facendo un’ oscena messinscena.
Più tardi mentre eravamo attorno al tavolo, d'improvviso fece silenzio. La sua enorme energia –che nessuno di noi poteva immaginare frutto di vampirismo e non di duro lavoro interiore – era percepita da tutti. Facemmo un assoluto silenzio. Per parecchi minuti. Che cosa gli altri hanno percepito?  Io vidi distintamente uno sgorbio, un essere piccolissimo e mostruoso dentro la mia pancia, all’altezza dell’ombelico, dentro di me. L’essere piccolo e mostruoso diceva che voleva Junk a ogni costo. Era una specie di essere mostruoso e informe. Qui Junk degradava l’insegnamento cui diceva di rifarsi. Non era la prima volta che Junk usava i contenuti di quell’ottimo insegnamento per fare passare le sue trame oscure. In quell’insegnamento si dice che ci sono persone che sembrano sviluppate e mature, ma che, se si addormenta la parte mentale sono cosi arretrati che possono dire soltanto cose come “voglio la marmellata”. Io conoscevo quell’insegnamento. Dunque io pensai che ero a quel livello, anche se non me n’ero mai accorta.
Dopo che io vidi questo sgorbio mostrare i miei veri desideri, Junk si alzò e camminò verso la porta e poi teatralmente si voltò e mi guardò da una vetta di superiorità e mi fece capire bene: “Io ho visto.”
Gli altri non hanno percepito dunque il fine oscuro di tutto quel silenzio. La sua forza ponderosa ci faceva pensare che era un uomo superiore a noi, infatti quello che lui voleva essere indiscutibilmente: il numero uno.
In seguito ci fu il momento in cui, e allora uscivo con lui, mi diceva senza che io capissi che era lui, che io ero proprio una nullità, mentre Junk – usava proprio la terza persona per parlare di sé e confondere me – era perfetto.
Dunque tutta quella scena con sgorbio mi fece vivere uno degli attimi peggiori della mia vita, che naturalmente io ho spesso dimenticato, come tutto quello che è veramente penoso.
La mia mancanza di riflessione era notevole. Avrei dovuto ricordare a me stessa che io avevo vissuto delle esperienze interiori molto profonde, e dunque io sapevo che non ero uno sgorbio. Anzi ero stata la migliore allieva donna del gruppo che Junk viveva come concorrente col suo. In seguito ebbe a dirmi, per rispondere alle mie domande, che la ragione per rovinarmi la vita era stata “odio e invidia per la tua forza”.
Nel caso specifico della mostruosa messinscena -lo sgorbio nella pancia- io credo che non fosse un trattamento speciale che faceva a me. Lui, uno che per poter usare i suoi poteri si era ridotto a fare la bambola gonfiata nel letto di qualche donna, ecco che prima di proporre se stesso aveva bisogno di degradare quella persona, di ridurla male …


Post scriptum. Quali sono gli elementi che fanno riconoscere se un fatto è “farina del proprio sacco” o opera del diavolo?
Nel caso della bambina io non ho descritto dettagliatamente i fatti, ma voglio ricordare gli elementi che provano a me che non ero solo io in quel momento, ma qualcun altro.
La scena fu organizzata dal diavolo molto bene. Mentre la bambina stava sulle mie ginocchia e mi raccontava qualcosa, di colpo percepii il contatto con le sue gambe. Eravamo al mare, ed entrambe eravamo a gambe nude. Quel genere di contatto è diverso da quello che si ha coi bambini. Io avevo avuto un fidanzato, Jacob – e credo che sia l’amore della mia vita ancora adesso, anche se mi sforzo di non incontrarlo per non metterlo in pericolo – che, benché fosse molto più alto di me a volte si sedeva sulle mie ginocchia. Quando l’ho conosciuto aveva 23 anni ma io ne avevo sette di più. Forse il fatto che avesse avuto una madre che lo trascurava –in questo eravamo simili: anche ma madre mi aveva trascurato – aveva con me, in certi momenti, atteggiamenti da figlio a madre.
In quel momento mi venne in mente Jacob e come se mi venisse suggerito che quella bambina era un partner sessuale non diverso da lui. Questo particolare mi fa capire che Junk aveva studiato la cosa: Jacob e io ci eravamo incontrati più volte nel corso degli anni e sicuramente il diavolo aveva visto Jacob sulle mie ginocchia, oppure aveva visto la scena nei miei ricordi, non so. Tuttavia il ricordo di Jacob poteva essere abile per farmi accettare l’impossibile.
Contemporaneamente fui consapevole di un punto nero-oscuro al mio fianco destro. Mi fu suggerito (suggerimento alternativo) che io nella vita precedente ero stata un uomo e pedofilo. Questa seconda interpretazione mi fu suggerita da Junk il diavolo, anche qui, per rendermi credibile la cosa. Io non avevo mai provato cose del genere. Dunque Junk cercava di farmi trovare una spiegazione di qualche tipo, che mi facesse credere che ciò che succedeva era comunque farina del mio sacco. Insomma era come se uno spirito uscisse dal mio passato… e subito successe una cosa: io percepii a fianco a me, mentre camminavo verso l’uscita e la bambina mi diceva che voleva andare a giocare dai bambini della porta accanto, cioè vidi una specie di essere basso perchè molto molto curvo che camminava al mio fianco, dal lato destro, dove avevo percepito/visto il punto scuro, dal lato opposto a quello in cui era la bambina. Questo sgorbio era nudo, credo, e camminava come, poniamo, l’hobbit ormai degenerato, brutto mostruoso che cammina con le mani che qusi toccano terra, nel film “il signore degli anelli”. (Sia detto che io ho visto il film il signore degli anelli solo quest’anno e ad allora non l’avevo visto affatto, mentre Junk era un aficionado del libro. Una volta mi aveva detto al telefono che il libro più bello era appunto Il signore degli anelli e poi si era corretto dicendo “anzi, il più bel libro che ho letto  è Il Sigmarillion, le sue prime pagine”. Queste pagine, scoprii poi, visto che comperai e lessi nel corso del tempo sia il primo libro che il secondo, sono dedicate alla ribellione degli angeli, che si rifiutano di suonare in accordo agli altri angeli, cosi che Dio, dopo averli ripresi una volta,li scaccia dal paradiso. Al tempo della scena con Dora io avevo letto sia il primo libro che il secondo, ma non avevo visto il film il signore degli anelli, dove compare una specie di mostriciattolo, Gudlum, si chiama pressappoco cosi. I film dell’orrore erano una fonte di diletto e ispirazione per il diavolo Junk. A volte penso che si sia divertito a partecipare occultamente alla stesura di qualche copione…). Questo lo ricordo bene. Devo dire che io tesi a pensare, in seguito, che forse la teoria –cui non avevo mai dato credito- che abbiamo vite precedenti che influiscono sulla attuale fosse vero. Ma la cosa che è capitata a me non può avere questa spiegazione: non risulta che, fosse anche vero che abbiamo esistito altre vite, materialmente noi vediamo apparire un fantasma che lo rappresenti. Per esempio Sri Ramakrishna parlava di un certo re che nella vita precedente era stato uno che per vivere lavava i panni. E il re, da bambino, ogni tanto andava al fiume a battere i panni. Era un gioco che gli piaceva.
In ogni caso fu solo un mese dopo, in India, che scoprii che Junk ricorreva alla possessione nei miei confronti, per costringermi a stare con lui. Tutto insieme capii molte altre cose, visto che avevo avuto già visto e sospettato cose molto gravi da parte sua (come per esempio di aver gettato mia madre dalle scale ). Dunque mi posi una domanda: “Devo o non devo cercare di capire tutto quello che Junk ha fatto finora, ai miei danni? ” La domanda si poneva perché ciò cui mi trovavo di fronte è il male assoluto, una “vastità di male” –espressione usata da Junk in seguito per riferirsi alle sue azioni - che può fare male. La domanda era dunque: “Devo o non devo conoscere tutto questo male? Conoscere il male può degradarmi, farmi del male, rendermi infelice.”
Non sapevo che decidere. Ricorsi a un sistema che mi venne in mente in quel momento. Dissi a me stessa di farmi sapere, la mattina dopo, che cosa dovevo fare. Ciò che sto per dire è effettivamente curioso, e non mi era mai capitato prima. Comunque quando aprii gli occhi, la mattina dopo, “vidi” come passare una frase, ebbi il tempo di leggere la fine di una frase che tuttavia conoscevo benissimo: “….temono la luce”. La frase intera era “trame oscure temono la luce” ed era una frase che apparteneva a I King, il libro cinese che da consigli sul come comportarsi nelle diverse situazioni. Era un libro che consultavo spesso.
Decisi di seguire il consiglio, di ripercorrere all’indietro tutto quello che mi era successo, per vedere che cosa Junk mi avesse fatto, che cosa aveva fatto.
E la prima cosa che mi venne in mente e finalmente trovava una spiegazione era “la cosa”, l’episodio improvviso e del tutto imprevisto con la bambina. Non c’era nulla che mi appartenesse.
Decisi quindi di mettere le mani nel fango. Senza quella decisione questo blog non sarebbe nato, evidentemente.

Voglio specificare che la frase dei King io la “vidi”scorrere quasi come fosse un film davanti ai miei occhi. Questa è un’esperienza che non avevo mai fatto prima. non so spiegarmela, posso solo dire che cosi accadde.


POST SCRIPTUM. Giorni dopo mi è tornato in mente un altro episodio di possessione da cui io derivavo di poter avere l’impulso di uccidere qualcuno. Non ne conseguì alcuna azione, ma, anche qui fu la visione di me stessa che ne risentì. E lo scopo che Junk voleva raggiungere, con questo e altri interventi, fu raggiunto:  in seguito a questo episodio  mi allontanai per sempre dalla persona che “io” volevo uccidere. Al tempo io ero appena entrata nella sfera degli interessi di Junk.
Comunque e in genere Junk il mago-diavolo cercava di mettere gli altri al suo livello. Di inserire nella loro immaginazione le cose peggiori. Di far loro credere di essere di basso livello.
Un’altra cosa che faceva era far porre ai suoi allievi delle domande da cui rivelavano di essere meschini e stupidi. Cosi poteva dare qualche risposta che gli permetteva di rivelarsi migliore degli allievi..
Per tenersi gli allievi che voleva era capace di rubarli a qualche altro maestro che era effettivamente degno usando tutti i suoi strumenti occulti. Agiva in modo che quelli si comportassero pubblicamente male.
Ecco un caso, per esempio, nel quale ho sospettato ci sia stato lo “zampone” di Junk. Non è il solo caso, ma voglio ricordarlo almeno qui. Appena arrivata nel gruppo di Junk conobbi un ragazzo attraente e simpatico. (Non ricordo il nome: chiamiamolo Filippo.) Lui mi accompagnava a casa in macchina dopo il gruppo e avevamo modo di chiacchierare con molto piacere. Una sera, dopo il gruppo, Filippo mi propose di andare a un incontro con un insegnante spirituale che quella sera stessa si incontrava con gli allievi. Accettai. Salimmo una scala molto alta. Era tardi ormai, il gruppo era finito. Gran parte degli allievi era anche andata via. Una donna volle farmi firmare un foglio con cui io aderivo al gruppo. non vedevo perché firmare, non avevo ancora idea. Ma insisteva come se la cosa non avesse implicazioni. Firmai. Ma due giorni dopo mi telefonò in qualche modo implicandomi in un qualche dovere .. non ricordo quale chissà forse voleva soldi?
Comunque non ebbi modo di tornare li o di fare nulla poiché usci sul quotidiano un fatto sconvolgente. Quel tale maestro aveva preso a frustate uno o più allievi e per questo era stato arrestato! Il gruppo si dissolse. D’incanto era tutto finito potevo ringraziare se nel mio gruppo non ci prendessero a frustate, potevo sempre rimanere lì. Filippo, il ragazzo che mi aveva condotto li,  non venne mai più nel gruppo di Junk. Non l’ ebbi a rivedere mai più.

Junk non amava la concorrenza di altre guide o anche di altri maghi.
Come ci si permetteva di ricorrere ad altri? E aveva anche metodi per prendere soldi per atti magici, fingendo di darli a un mago che conosceva. Darli a lui perché li desse al mago che lui conosceva.
Una donna del gruppo, amica di Junk, aveva pene d’amore. Fu lei a raccontarmi due episodi collegati che implicano Junk. In uno Junk spaventa a morte un mago che la donna ha fatto venire per un rituale che riavvicini il suo amore, che dopo averla molto corteggiata insistentemente per anni e infine sedotta è tornato dalla moglie.
Durante il rituale, in cui il tale mago ha acceso le candele ed è comparso col mantello rosso fa un’aria terrorizzata, interrompe il rituale, se ne va e non ritorna mai più. la donna rideva ricordandolo.
La seconda scena. Junk chiede all’amica quanto lontano vorrebbe andare per riavere l’uomo amato. Lei dice che è disposta a tutto. Il che ho capito che significasse: “anche la magia nera” . Junk dice che per tre milioni di lire lui conosce un mago dalle parti di M. che farebbe tornare il suo uomo. Lei accetterebbe, ma, a quanto lei racconta, Junk le chiede una fotografia. Lei a quel punto teme per sé, e dice che non vuole andare avanti. Junk è furioso. Le toglie la parola e impone a me di non parlare mai con lei. Francesca mi racconterà queste cose in seguito, quando io decido di parlare dei poteri occulti e azioni di Junk con chi lo conosce. A lui avevo chiesto perché no parlasse più con Francesca. E lui mi dice, stravolgendo i fatti, che lei lo aveva sospettato di magia nera, richiedendogli indietro una foto che lui non sapeva neppure dove l’avesse messa.
Per quanto riguarda la mia guida, che era una persona imperfetta ma perfettamente degna, Junk fece scempio allontanando da lui molti allievi, tra cui me.
Per fortuna molti allievi invece rimasero con lui. In effetti appariva, apparve a me che si comportava male, ma ebbi modo di realizzare, seppure troppo tardi, che il tutto fu il risultato di pressanti azioni da parte di Junk.
Quando Junk faceva strage di persone e del loro onore, notte e giorno, con azioni demoniache, trovava però il tempo di fingere di essere preso d’amore per qualche donna che ahimè lo snobbava. Aveva scelto questo sistema per coprire i suoi delitti. Cosi la sua vita fu un seguito di delitti coperti dalla passione non corrisposta per Tizia, Caia o Sempronia.
Capii questo fatto quando un amico stretto di Junk un giorno mi disse che mentre nei gruppi tutti facevano la guerra contro tutti, Junk smaniava stupidamente per Sonia, come uno scemo, totalmente avulso da quella guerra. I giochi di potere in corso non lo toccavano: cosi voleva mostrare a tutti, mentre cercava di far fuori gli avversari manovrando gli altri.
Una volta Loreley mi disse che Junk era pazzo. Parlava di Sonia come se la frequentasse tutti i giorni, ma non si vedevano da mesi e mesi, ne era sicura perché era amicissima di Sonia.
La pazzia di Junk aveva una logica: essere considerati pazzi, dementi, sciocchi era una soluzione ragionevole, astutissima, poiché allontanava da lui il minimo pensiero che potesse essere un demone. Un terrore che Junk aveva era l’essere scoperto. Quando io lo scoprii fu in panico. Il suo “peggiore incubo” era diventato realtà.

postato da: vivamerlin alle ore 00:57 | Permalink | commenti
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