vivamerlin vive

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martedì 31 gennaio 2012

DIARIO. IL DIAVOLO MI CONQUISTÒ “CON UNO ZUCCCHERINO”.

Sabato, 05 Settembre 2009

Ho un certo pudore, anzi no, vergogna provo per come mi sono fatta conquistare dal diavolo. Era un tranello e ci sono cascata. Mi viene in mente un docente universitario - uno che sosteneva come la ricerca dovesse porsi il compito di conoscere il mondo e allo stesso tempo per ciò stesso trasformarlo, accrescendo per esempio la consapevolezza di quelli che venivano intervistati – che diceva come, nella sua fragilità, poteva essere conquistato “con uno zuccherino”. Per questo aveva paura di dove “metteva i piedi”. Allora non avrei immaginato come io stessa sarei diventata fragile ma purtroppo sempre piena di fiducia. E mi è difficile capire come un uomo rozzo al massimo grado come il diavolo Junk –un animale, che dico, un insetto da preda, uno scorpione che sa solo pungere la paziente tartaruga - potesse arrivare a me.
In effetti trasformare –se non lo erano- le persone in esseri fragili e bisognosi credo che fosse il modo che lui trovava per farsi accettare, ma non solo.
Il diavolo cominciava male. A 24 anni si accorgeva che nessuna ragazza lo notava. Lo disse con un tono di rimprovero verso le ragazze.
Ma ora voglio parlare di me.
Mi vengono in mente gli anni roventi … si proprio gli anni in cui le ragazze si tiravano i capelli, si davano un tale spintone da far cadere nella provvida sedia alle spalle, e in cui la ragazza spintonata, al primo segno di cedimento, veniva portata dall’assalitrice nella stanza riservata agli ospiti, messa nel lettino, rimboccate le coperte e spenta la luce cosicché il giorno dopo la disegnatrice di giardini andasse al lavoro riposata. Tutto il litigio per gelosia. Oppure perché l’altra non era stata sincera … A volte bastava un gesto per scatenare “l’inferno”. Una volta una avevo toccato la testina riccioluta di una ragazza e quella, ubriaca, aveva tirato fuori la pistola d’ordinanza. No, prima le aveva appena toccato il seno, confidenza per confidenza. Una buona osservatrice disse una volta che tra noi femministe una punzecchiatura era sentita come una coltellata. In questo regno nuovo essere insinceri era la massima colpa.
Mi viene in mente tutto questo perché certo io mi aspettavo che anche gli altri volessero essere sinceri. Ma io avevo cambiato mondo. E avevo di fronte il diavolo.


Sono già stanca. Vado a dormire.

Uno dei primi ricordi che ho della mia vita nel gruppo del diavolo è che lo sentii affermare “io sono misogino”. Ero a un metro da lui, affiancato d Loreley loro due seduti entrambi su cuscini e tappeto, con tutti gli altri. lo guardai con comprensivo compatimento, oppure? Non ricordo. Ma lui rispose con una espressione che indicava come io essere inferiore non avevo da pensare nulla di lui, superiore come era.
Altri, lo so, abbandonarono il gruppo considerando lui, Junk e il suo gruppo come “fascisti”. Me lo disse l’analista, bocca della verità, senza specificare di chi parlasse. Segreto d’ufficio.
E poi mi ricordo il fatto, lo zuccherino, che è capitato qualche anno dopo. Eravamo in una struttura settecentesca, certo affittata senza che il diavolo Junk pagasse nulla, ma ci teneva che il gruppo e lui avessero una cornice rispettabile, in tono con le caratteristiche peggiori del “luogo”, cioè che apparire è esattamente come essere.
Ero seduta in questa palestra, aspettando che si aprissero le porte, quando vidi con chiarezza come le donne che aspettavano con me, che rispetto a me erano anziane, decenni in più di lavoro interiore, erano svuotate come gusci vuoti. Ed ebbi orrore, orrore che quello fosse il mio futuro, futuro in un gruppo in cui negli anni quelle donne fossero ridotte cosi.
Il diavolo si accorse del mio senso di orrore? Intervenne prima che io prendessi le necessarie conseguenze e fuggissi difilata da li per non comparire mai più? Questa percezione che poi negli anni ho potuto riscontrare come vera, io l’ho rimossa e ho continuato nel gruppo…
Ma sul momento fu qualcosa a distrarmi. Una donna, che dicevano Junk amasse, comparve. Aveva i capelli spioventi ai lati del viso, di colore incerto e penzolanti. Andava come poco consapevole di sé, senza vedere nessuno. Il viso appariva irregolare al punto da apparire un poco mostruoso. In seguito quando entrai nelle confidenza del diavolo mi raccontò che da bambina quella donna venisse inseguita dagli altri bambini impietosi al grido di “mostro, mostro!” Vedendola fui invasa –pensiero mio autentico, allora non ebbi dubbi – che Junk fosse un uomo meraviglioso. Se amava una donna cosi, allora era un uomo che andava oltre le apparenze. Amava le persone per se stesse, considerai. Sarebbe stato meraviglioso essere amata per me stessa e non per la mia apparenza, la giovinezza, l’intelligenza… Cosi lo sguardo attento verso le vecchie donne svuotate e l’orrore provato per quello che dunque sarebbe stato il mio futuro fu magicamente sostituito dall’amore provato verso un uomo che era cosi spirituale da andare oltre le apparenze!
Poco dopo ricordo che non si riusciva a trovare al chiave e neppure a girarla nella serratura. La chiave si rivoltava contro il diavolo! Mi fa ridere. Mi offrii di aiutare e Junk mi guardò con disprezzo come se volessi importunarlo. Ora penso che mi spinse magicamente a collaborare cosi da mostrarmi ciò che era la sua arma: fingere di essere per nulla interessati a una persona per poterla intrappolare, come certi animali da preda si nascondono per poter cogliere la preda impreparata al loro attacco.
Usare una donna, fare apparire una donna brutta fingendo di amarla, suggerire la sua motivazione come nobile e disinteressata fu un elemento chiave nella mia convinzione, che presi anni ad espungere, che Junk fosse in effetti, cosi come poi volgarmente voleva essere considerato, un uomo migliore degli altri, di tutti gli altri.
La scelta di una donna da fare apparire come brutta fa parte di quella intelligenza animalesca del diavolo, che in realtà non aveva un minimo di vera intelligenza.
Questo fu lo “zuccherino” che mi fece cadere, che condizionò in qualche modo il mio desiderio di essere apprezzata da lui. Viridiana, la donna “brutta” successivamente mi apparve come bellissima in tutto e per tutto in diverse occasioni, direi quasi in tutte le altre. Snob, come se non avesse mai avuto la necessità di pensare o di essere presente, come quando disse, leggera come una piuma che in Africa le donne (bianche ) non hanno bisogno di coprirsi il sedere davanti ai neri, visto che non sono considerati esseri umani.

Ecco lo zuccherino di cui parlo. Fare credere di essere nobile e disinteressato. Ma Viridiana cadde sotto i suoi colpi non meno di me. Forse con un fragore/fracasso/fallimento maggiore. Entrambe con gli occhi come bendati.
Quando uno fantastica imprese del genere, pensa che chi le fa è una "puttana". Il diavolo è l’unica e sola vera puttana.
Ah dimenticavo! Poteva il diavolo fare a meno di andare in soccorso di una puttana per necessità? Si, anche li cercò di fingere efficacemente. Ma questa almeno ve la risparmio.


NOTA: Il mago aveva la capacità di mettere un qualcosa sulle facce, di fare qualcosa sulle facce, cosi da suscitare l’impressione che quella faccia fosse bella o del tutto priva di qualunque impressione ovvero anche brutta definitivamente. Anni dopo fece cosi con me, quando per esempio andai a trovare Jacob ad Oslo. Jacob amatissimo.
Poteva anche fare apparire una donna assolutamente uno schianto. Una volta, forse l’ho raccontato, percepii addirittura una scritta sulla mia testa: Questa donna è la più straordinaria al mondo.L’uomo più importante della festa, che era di fronte a me quando la scritta apparve, da quel momento “non ebbe occhi che per me”, come si dice. Quando mi vide andar via mi pregò di cenare con lui, che se non l’avessi fatto ne “morirò”, cosi disse.

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